Se da un po’ di tempo vi state chiedendo che cosa sia un’armadio sostenibile, niente paura: Bakeca ha la risposta a ogni vostra gruccia. 


Avete presente quelle Converse del liceo che non mettete più perché il piede è aumentato di una mezza misura ma che vi ostinate comunque a tenere, convinti che si possa sempre tornare indietro?


O quella giacca degli anni d’oro di vostra zia, che lei vi ha regalato con tanto entusiasmo e che voi, combattuti tra l’onore e l’orrore, avete accettato pur non avendo mai trovato il coraggio di indossare?


O ancora, quel vestito bellissimo che avete appena comprato ma che non avete mai messo perché, diciamocelo, qualcosa in lui non vi ha mai davvero convinto? 


Se avete risposto sì o sorriso almeno a uno di questi casi studio e alle loro infinite varianti, allora non c’è dubbio: il vostro non è un’armadio sostenibile. 


Perché l’unico segreto per avere davvero un armadio sostenibile è avere solo capi che amate moltissimo e che indossate spessissimo. D’altronde secondo Wikipedia la sostenibilità è la caratteristica di un processo o di uno stato che può essere mantenuto a una certo livello indefinitamente. E l’amore, si sa, è uno dei più potenti motori in grado di proiettare le cose nel tempo. Ma, come diceva qualcuno, a volte l’amore non basta, occorre rispetto: verso noi stessi, verso gli altri e soprattutto verso il mondo che abitiamo.

La moda che inquina

Eh già, sembra difficile immaginarlo ma quegli innocui pezzi di stoffa che ci mettiamo addosso per proteggerci dal freddo e per adornarci, sono responsabili del più del 10% dell’emissioni di CO2 di tutto il mondo, una cifra esorbitante. Dietro a ogni singolo acquisto fashion si nasconde una filiera produttiva che, se non trattata responsabilmente ed eticamente, contribuisce all’emorragia senza fine del nostro pianeta.


Giusto per darvi un’idea: per fabbricare una tshirt si utilizzano in media 2.700 litri d’acqua, dalla piantagione di cotone all’arrivo al consumatore. Un consumo elevatissimo, che non dipende soltanto dalla coltivazione della materia prima, ma anche da tutte le fasi successive della lavorazione.


Ogni volta che compriamo qualcosa stiamo facendo una scelta precisa di acquisto e di vita: non siamo fatti solo di quello che mangiamo ma anche delle scelte che facciamo e di quello che vestiamo.


Si dice che l’acquisto più sostenibile che può essere fatto è quello che non si acquista.


Ma niente paura! Noi di Bakeca conosciamo un modo (e lo conosciamo bene) per scegliere di vivere in modo green senza per questo dover rinunciare al piacere degli acquisti: comprare usato.

5 step per un armadio sostenibile

Vediamo ora i 5 step da fare per rendere il vostro armadio il più possibile sostenibile:

1) come ogni lavoro che si rispetti, la fase di studio è la più importante. La prima cosa da fare quindi è aprire le ante del vostro armadio e guardare cosa c’è dentro. Tirate fuori tutto e disponete i vostri vestiti e gli accessori sul letto in due gruppi: da una parte i vestiti che mettete e dall’altra quelli che non mettete. Le ragioni per cui i vostri capi possono finire nel secondo gruppo possono essere le più disparate:

  • abiti che non vi hanno mai convinto;
  • abiti per cui non trovate l’occasione d’uso o non riuscite ad abbinare;
  • abiti che vi piacciono ma vi hanno stufato;
  • abiti da riparare o da stringere.

Questa prima fase è la più delicata ed emotiva, siate sinceri con voi stessi e non bluffate. Provate a pensare all’ultima volta che avete indossato quel determinato indumento, se risale a più di sei mesi fa allora, molto probabilmente, il gruppo che gli compete è il secondo.


2) Ora che avete sotto gli occhi tutti i capi che sapete di non mettere più, inizia la fase più operativa: quella di smaltimento o di decluttering. Eh sì, perché avere un armadio sostenibile non significa solo avere vestiti che si amano, come dicevamo prima, ma anche, e soprattutto, rispettare quelli che non si amano più, non potete buttarli tutti nella spazzatura, occorre dar loro nuova vita. Come? Semplice, con una di queste parole magiche:

  • riparare o far riparare, stringere e allargare. È ora di portare la vostra borsa preferita dal calzolaio per il restyling dei manici o di farvi stringere la giacca dalla nonna;
  • donare ad amici e parenti, perché quello che a voi non va più bene può andar benissimo per qualcun altro. In alternativa potete regalare alle numerose associazioni di beneficienza, alla parrocchia di fiducia o usufruire degli appositi bidoni per i bisognosi che trovate sulla strada;
  • barattare con altri indumenti o accessori, partecipando o organizzando voi stessi degli swap party con vostri amici e conoscenti, nei quali ognuno scambia i propri vestiti con quelli di qualcun altro;
  • vendere. Questa è la soluzione più redditizia, potete o portare i vostri indumenti  in negozi fisici di second hand dove accumulerete credito per nuovi acquisti all’interno dello stesso negozio, o rivendere online attraverso i numerosi siti e le tante app di acquisto dell’usato.


Se nessuna di queste soluzioni vi sembra la più adatta, ricordatevi sempre che per allungare il ciclo di vita degli oggetti che possediamo, i vostri vecchi vestiti possono sempre ritornare utili come meravigliosi stracci per la polvere prima di vedere la pattumiera.


Attenzione poi che, affinché l’azione di decluttering si realmente efficace, occorre davvero disfarsi degli scatoloni pieni di roba attraverso uno dei modi illustrati sopra: lasciarli ammuffire in cantina non è inutile a nessuno né tantomeno liberatorio.


3) Ora che vi siete liberati di tutto l’ingombro che inquinava inutilmente le vostre vite, potete tornare ad aprire il vostro armadio pieno di cose che amate moltissimo e pensare a nuovi e creativi outfit con le cose che avete. Create delle piccole capsule collection  a tema, se volete, così da sapere sempre come vestirvi, cercate abbinamenti e se vedete che vi manca qualcosa stilate una lista delle cose che dovete comprare.


4) in questo modo ha inizio la fase vera e propria delle scelte sostenibili della vostra vita. Con in mano la lista che avete appena stilato andate alla ricerca dei pezzi che vi mancano ricordandovi sempre che la migliore scelta è quella dell’usato  e del vintage con la quale non solo eviterete che manufatti già creati finiscano senza motivo nelle discariche e nei nostri mari ma risparmierete anche tutta l’energia utilizzata per immettere un nuovo prodotto sul mercato. Ricordate che ogni volta che comprate qualcosa di nuovo, la richiesta aumenta e di conseguenza anche la produzione aumenta. 


Se proprio avete necessità di indumenti nuovi allora la regola da seguire è compra meno ma meglio, buy less, choose well la frase celebre della stilista Vivienne Westwood. Prima di entrare in un negozio, che sia fisico o virtuale, informatevi bene sul brand, scegliendo marchi sostenibili ed etici; la cosa migliore è acquistare da realtà locali e artigianali per accorciare la filiera e quindi lo spreco di energia dovuto ai trasporti e alla lontananza. E prima di recarvi alla cassa fatevi sempre queste tre domande:

  • mi serve davvero o sto facendo acquisto compulsivo?
  • Riesco ad abbinarlo con ciò che ho già? 
  • È un trend del momento o un classico che dura nel tempo?

5) Infine, una volta che si ha tutto il vestiario necessario, non rimane che prendersi cura di ciò che si ha. Questa è la fase del mantenimento dove è importante saper leggere le etichette dei capi per preservarli nel tempo senza dimenticare che scegliere di lavare a 30° invece che a 40° vi farà guadagnare il 40% di energia per il benessere delle vostre tasche e dell’ambiente!


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Serena Vanzillotta
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