
Stufe a confronto: quale conviene comprare e quale consuma meno?
Di stufe ce ne sono di diversi tipi e modelli, fatte apposta per andare incontro alle diverse esigenze di ognuno. C’è chi la preferisce piccola e maneggevole, facile da spostare da un ambiente all’altro, chi la preferisce un pò più grande, per riuscire a scaldare una stanza con un soffitto decisamente alto.
In ogni caso, è bene sapere quale conviene acquistare, il consumo a cui andiamo incontro e quella più adatta alla nostra tipologia di casa.
In questa guida, cercheremo in 4 punti di spiegarvi alcune essenziali differenze:
Stufa elettrica
Sono le più diffuse e le più pratiche da spostare. Le stufe elettriche non vanno intese come unica fonte di calore (non riuscirebbero a scaldare un’intera camera da letto), piuttosto come un’aggiunta, quando magari si fa fatica a scaldare velocemente un determinato ambiente.
Funziona sostanzialmente per irraggiamento, il che la rende immediatamente efficiente: basterà, infatti, posizionarcisi davanti per ricevere calore. Il costo può oscillare, in base alla potenza e alla grandezza.
Partiamo da un minimo di 10-15 euro fino ad arrivare ad un massimo di 100 euro. I consumi, invece, sono abbastanza elevati: una stufa da 1.000 W per una sola ora di funzionamento continuativo costa all’incirca 0,22 euro di energia elettrica.
Stufa a pellet
Come dice il nome stesso, per creare calore, le stufe a pellet si servono della combustione del pellet, un tipo di materiale derivato dagli scarti della lavorazione del legno.
Costa un pò di più della legna ma è meno inquinante della stessa. Parliamo di una differenza di circa 2,50 euro per chilo (3,50 euro pellet contro 0,90 euro legna).
La stufa a pellet è in grado di riscaldare spazi anche molto ampi, grazie alla sua capacità di produrre molto più calore (a parità di volume), di una stufa a legno. In sintesi, più riscaldamento e meno inquinamento.
Per acquistarne una, la spesa minima si aggira attorno ai 600 euro. In ogni caso, è necessario avere una canna fumaria o essere disposti a fare alcuni lavoretti in casa per ricavarne una.
Stufa a bioetanolo
Se ne sente parlare spesso, forse perché le stufe a bioetanolo costituiscono una valida alternativa per chi non ha in casa una canna fumaria ma vuole godere comunque del calore e del piacere della fiamma viva.
Il bioetanolo, ricavato da vegetali come la canna da zucchero, è un tipo di alcol altamente combustibile, solitamente inodore e poco inquinante. Ecco il motivo per cui non è necessaria una canna fumaria per far fuoriuscire le sostanze generate dalla combustione. Sarà sufficiente far arieggiare un pò casa dopo l’utilizzo.
Anche questa tipologia di stufa, comunque, non è pensata per scaldare ambienti molto ampi. A livello di consumi, posto che un litro di bioetanolo costa tra i 2 e i 5 euro, siamo nella media: con un solo litro, la stufa può avere un’autonomia di 4 ore o poco più (dipende dalla potenza della stufa). Invece, per acquistare una stufa, la spesa si aggira attorno ai 400 euro.
Termoconvettore
Della stessa famiglia della stufa elettrica, il termoconvettore riscalda l’ambiente grazie ad una ventola, la cui funzione è quella di scaldare l’aria fredda e ributtarla fuori. Il tempo di riscaldamento, pertanto, rispetto a quella elettrica è più dilatato nel tempo.
Dall’altra parte, il calore persiste più a lungo nella stanza anche dopo lo spegnimento del termoconvettore. In genere il consumo medio utilizzando il termoconvettore per almeno 6 ore al giorno può oscillare tra 60 e 130 euro, e anche la spesa per acquistarne uno base varia dai 50 ai 200 euro.
Gloria Ferrari
Credits
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