
Tutti vogliono un cane, ma cosa vogliono davvero i nostri cani?
Non è semplice capire cosa ci dicono, a volte non sappiamo nemmeno noi come esprimere i nostri bisogni. Già solo l’assenza di alcune emozioni negative umane come la frustrazione, il nervosismo, la tristezza, l’insoddisfazione e molte altre rendono la loro concezione della vita completamente diversa dalla nostra.
Gli animali non sono guidati da un pensiero logico, e nemmeno dall’ego. Sono istintivi. Non provano rancore o risentimento. Amano e collaborano senza invidia.
Come possiamo capire meglio i nostri amici pelosi?
È qui che entra in scena lo psicologo dei cani, che è una specie di mediatore, un traduttore tra padrone e animale. Questa figura professionale ci aiuta a comprenderli e soddisfarli quando vivono nelle nostre case e a evitare che sviluppino problemi comportamentali.

Una vera e propria seduta
L’incontro tra cane e psicologo avviene come qualsiasi altra seduta di psicoterapia. Dura circa un’ora e in questo arco di tempo il terapeuta osserva il cane e le sue abitudini: come mangia, dorme, di cosa ha paura, come si rapporta con gli altri animali e con le persone. A volte il “paziente” viene osservato anche durante la passeggiata. Lo psicologo fa poi un colloquio col padrone per capire le sue esigenze e i problemi che ha riscontrato nel comportamento del suo fedele amico.
Alla fine della visita il terapeuta è pronto per una diagnosi e stabilisce un trattamento mirato. Spesso questo percorso necessita dell’affiancamento e della collaborazione di un educatore cinofilo.
Quando chiedere l’aiuto di uno psicologo canino?
Qui sotto, una breve guida per capire quando chiedere aiuto a uno psicologo dei cani.
1. Scelta del cane
La scelta del cane da adottare è importantissima e sono diversi gli elementi da prendere in considerazione, prima di tutto l’età del cane. I cuccioli sono iperattivi, hanno bisogno di moltissime attenzioni e richiedono tante energie. Il padrone deve quindi essere in grado di accompagnare il suo amico peloso nella scoperta del mondo attraverso il gioco. Tenendo conto che alcuni cani vivono fino ai 18-20 anni e restano attivi quasi come dei cuccioli fino ai 9-15 anni, una persona anziana dovrebbe preferire l’adozione di un cane già maturo e stabile. Questo vale anche per una famiglia che non ha molto tempo da dedicare all’educazione e al gioco col cane. Infatti il secondo fattore da valutare per una scelta consapevole è lo stile di vita. Una coppia lavoratrice che vive a Venezia difficilmente riuscirà a soddisfare le esigenze di un cane da caccia, che ha bisogno di correre ed esplorare tutti i giorni ampi spazi aperti. L’ultimo elemento da tenere presente è la razza. Se per esempio scegliamo di adottare un cane da guardia, non possiamo lamentarci se dorme tutto il giorno e durante la notte abbaia ad ogni singolo rumore. Un cane da guardia deve comportarsi così, se non lo facesse sarebbe un problema. Assumendo uno psicologo dei cani possiamo evitare questi errori e trovare il match perfetto per noi e i nostri cari!
2. Problemi comportamentali
Se un cane mostra delle problematiche comportamentali, bisognerebbe cercare aiuto in ambito professionale. È molto comune sottovalutare i sintomi e spesso ci si rivolge a uno specialista quando ormai gli atteggiamenti si sono trasformati in abitudini. Quali sono quindi i comportamenti che dobbiamo tenere d’occhio? Prima di tutto l’aggressività nei confronti di altri cani o esseri umani, l’incapacità di stare al guinzaglio o di rispondere ai nostri richiami, la paura dell’abbandono, la distruzione di mobili o di oggetti e i comportamenti ossessivi. Le motivazioni di questi comportamenti possono essere di vario tipo: genetiche, mediche o traumatiche, oppure possono nascere semplicemente da incomprensioni tra padrone e animale. Il cane in natura solitamente sa qual è il suo ruolo all’interno del branco, sa cosa sono calma e rispetto e conosce le regole e la disciplina. Il cane ha ben presente il suo ruolo, perché tutti i componenti del branco parlano la sua stessa lingua. Ma se il padrone parla una lingua diversa, il cane può diventare confuso e sviluppare problematiche. Lo psicologo dei cani interviene proprio qui: traduce a noi umani il linguaggio canino e ci insegna a parlarlo, a guardare il mondo dal punto di vista del cane.
3. Un rapporto più profondo col nostro cane
Amare un cane significa andare incontro ai suoi bisogni istintivi prima dei nostri bisogni emotivi. Dare affetto non basta. Immaginiamo di avere un partner che ci ama moltissimo ma che non si occupa mai delle faccende domestiche. L’amore non sarebbe sufficiente, no?! La maggior parte delle volte i cani ricevono tutte le attenzioni del mondo dai loro proprietari, ma i loro bisogni istintivi di esercizio e disciplina non sono soddisfatti. Ad esempio, quando entriamo in casa e il cane è eccitato, dandogli affetto stiamo appagando il nostro bisogno di sentirci amati. Se invece leggiamo quell’atteggiamento come un bisogno di sfogare energie in eccesso, possiamo sostituire le carezze con una bella passeggiata. Allora prima accontenteremo i bisogni del nostro animale e poi potremo riempirlo di coccole per premiarlo. Lo psicologo dei cani ci aiuta a relazionarci con il nostro amico a quattro zampe in modo appagante per entrambi e a creare così una connessione profonda, basata su una comunicazione efficace.
Come diventare uno psicologo dei cani
Per diventare psicologo degli animali è necessario seguire una di queste facoltà universitarie: biologia, psicologia, antropologia, zoologia e poi iscriversi ad un corso di etologia.
Credits:
- pexel.com