

Se settembre è il mese d’inizio per i giovani scolaretti, ottobre è quello degli studenti meno acerbi. Forgiati dalle esperienze precedenti, ottobre è il mese per i nuovi maggiorenni di iniziare l’Università, e per quelli più anziani di riprendere le lezioni.
Attenzione, lo diciamo soprattutto agli iniziati: con l’Università si prospetta un cambio di passo, ma non vi preoccupate, perché di solito lo si preferisce.
Lo studio non è più una gara di resistenza, ma una staffetta. Esame dopo esame, ci si guadagna la tanto agognata laurea, ovverosia quel pezzo di carta che vi sarà costato un patrimonio di sudore, ansia e caffè doppi, come in una corsa sui massi di un fiume.
Un passo alla volta, ben calibrato, senza bisogno di perdere l’equilibrio, e si giungerà in men che non si dica alla sponda opposta.
Vi bagnerete, alcune volte cadrete nell’acqua, ma ricordate che l’importante è avanzare, e che poi ci si asciuga sempre.
Certo, il come si avanza è decisivo: prima o poi vi svelerete per i giocatori che siete.
Innanzitutto, la rete

Se c’è una certezza che sia una, è che non importa che tipo di studenti voi siate: gli appunti vi salveranno la vita. Fare dei gruppi di scambio e poi passarvi o confrontarvi gli appunti tanto sudati non fa che migliorare la prestazione. E senza aver timore di fare una mossa falsa, perché i buoni voti non sono mai a numero chiuso.
Inoltre, non sono mai stati così facili da reperire, perché internet riserva una vera e propria biblioteca online destinata solo agli appunti. Anno dopo anno, infatti, la rete di studenti è riuscita a mettere assieme tutto ciò che serve per passare un esame brillantemente. La più fornita è sicuramente Skuola.net: nello store della piattaforma non c’è Ateneo o corso che non venga menzionato.
Skuola.net, infatti, da anni raccoglie appunti e riassunti di studenti, e cercarli è facile. Basta inserire università, facoltà, corso e magari anche professore. E un riassunto in più non fa mai male. Chiedere a studenti che ci sono già passati, o reperire appunti degli anni prima è utile anche per vedere quali concetti sono assolutamente necessari. Magari riuscirete a prendere esempi o altre fattispecie che stupiranno colui o colei che vi interrogherà o che correggerà il compito.
Pensateci bene: se vi scoprirete ostinati a rifiutare i 28, negli appunti troverete i punti cardine di ciò che vi sarà richiesto all’esame, e lì potrete approfondire e focalizzarvi meglio. È sempre una questione di statistica, e gli addetti all’opera ne sanno qualcosa. Nel rileggere gli appunti, capirete in che modo i professori vogliano che la prova sia sostenuta, l’approccio del professore a un determinato argomento, soprattutto nelle materie umanistiche. E magari, un esempio pratico che potrete tirare fuori come un mago dal cappello.
Se il vostro obiettivo invece è laurearvi in tempo record, negli appunti troverete le nozioni più importanti che vi daranno modo di assimilare tutto senza trascorrere mesi a infeltrirvi in maglioni invernali col naso sui libri. Per riprendere la metafora iniziale, arriverete al traguardo in men che non si dica.
Infine, nel caso in cui apparteniate alla grande schiera dell’importante è finire, come dice la superba Mina, allora gli appunti saranno la vostra unica e sola ancora di salvezza per l’agognato 18 e il pass all’esame successivo. Ciò non vuol dire che ogni esame dobbiate superarlo così, ma si sa che in ogni facoltà c’è sempre quella prova più ostica, di cui non si capisce mai nulla. Allora in quel caso, se anche i vostri appunti non sono utili, fate rete. Scambiateli, cercate quelli altrui. Combinateli insieme e il gioco sarà fatto.
Anche nell’eventualità in cui siate studenti lavoratori e non abbiate la possibilità di frequentare un determinato corso, con gli appunti certificati di Skuola.net potrete avere le stesse chances altrui di poter preparare un esame con tutti i mezzi necessari.
Insomma, gli appunti e i riassunti sono in grado di salvarvi un esame e il conseguente festeggiamento.
Ma proprio perché gli appunti sono fondamentali, la redazione va curata al meglio.
Come? Ve lo spieghiamo qui. Perché c’è una regola che fa da regina, ed è la seguente: scegliete il mezzo che fa per voi.
Prendere gli appunti a mano
Qui c’è da fare prima un ragionamento su voi stessi. Se è da quando siete alle elementari che fate le cornicette a fine delle sottrazioni del quaderno di matematica, e alle superiori molte volte avete chiesto alla professoressa di ripetere la frase perché il periodo doveva essere chiuso in maniera corretta, continuate pure con i quaderni.
Perché se immaginiamo bene, siete voi la fetta di mercato prediletta dalle cartolerie, gli unici esseri ancora esistenti ad usare la scolorina, o bianchetto che dir si voglia.
Il punto di forza nel prendere gli appunti a mano è questo: proprio perché non avrete mai il tempo di segnarvi le virgole di quanto esce dalla bocca del professore, sarete costretti a stare attenti, comprendere e acquisire il concetto e a trasportarlo su carta. Qui, se la fatica sembra doppia, in realtà vi state solo portando avanti. Gli appunti riletti vi apriranno quello scompartimento mentale dedicato alla lezione e vi ritroverete già con i concetti affissi in testa e, soprattutto sulla carta. Così che ricordarli sarà molto più facile.
I punti deboli sono due: il primo è che dovrete essere in grado di decifrare la vostra scrittura una volta finita la lezione. Il secondo è che questo tipo di approccio richiede dedizione e costanza e la promessa di non parlare con i compagni. Perché bastano cinque minuti a farvi perdere informazioni essenziali.
Prendere gli appunti con il PC
Se invece non vedete l’ora di sbarazzarvi di tutta quella mole di carta che vi è sempre sembrata inutile, c’è il nuovo mezzo moderno, che all’Università è a portata di borsa: il notebook.
Con il pc sarete più veloci e in grado di trascrivere tutto quello che viene detto.
Certo, anche in questo caso va usata la testa: ascoltare, elaborare e dare un senso compiuto all’ampio testo che state trascrivendo. Ma attenzione.
Se il pc infatti è in grado di darvi da subito accuratezza, suddivisione in paragrafi e un bigino già pronto, dall’altra parte perdersi è facile.
Facilissimo, perché se siete presi a sbobinare e perdete una frase, poi l’altra, ad un tratto vi sembrerà di aver scritto solo inutili concetti che non vogliono dire niente. Vi promettete che lo integrerete al libro, poi quando li riaprirete darete forfait e vi butterete a capofitto sui manuali. Ci siamo un po’ passati tutti.
Due ore a trascrivere, se in presenza e senza la possibilità di tornare indietro, sono ostiche.
Conviene allora che vi segnate i concetti più importanti, senza esser presi dalla foga di trascrivere tutto subito, ed evidenziare ciò che merita più attenzione.
Oltre a ciò, vale la pena avvertirvi su un altro punto: il pc ha internet, e l’Università tendenzialmente è fornita di Wi-Fi. Gli studenti che fanno presenza in classe e hanno la bacheca dei social aperta non si contano sulle dita di una mano, perché sono molti, ma molti di più. Il pc è tentatore, soprattutto dopo una notte brava, quando l’ultima cosa che si vorrebbe fare è presenziare ad una lezione accademica. Conviene allora che vi portiate un foglio, una penna, e poi fare a casa il lavoro sporco. Perché nolente o volente, il pc, all’Università, diventa fondamentale.
Prendere appunti con il registratore
Infine, se la voce del professore non vi stanca mai e ne vorreste sempre di più, c’è il vecchio e buon metodo della registrazione e conseguente sbobina.
Questo metodo funziona anche per i più ansiosi, che già si conoscono in quanto esseri umani e quindi imperfetti. Ad un certo momento magari sentiranno il bisogno di andare in bagno, di salutare un loro amico arrivato in ritardo o semplicemente di rispondere a un messaggio. Per evitare di flagellarsi dopo, meglio prevenire.
Se vi identificate con la descrizione, un buon vecchio registratore sulla cattedra del professore è il braccio robotico che fa al caso vostro. Vecchio si fa per dire, perché oggi ne esistono sempre più performanti e magari con un prezzo ridotto. Altrimenti, c’è sempre il cellulare, pratico e di sicuro non dimenticabile.
Un cellulare fuori dalla portata di mano agevola l’attenzione, questo di sicuro.
Consigli pratici: non mettetevelo sul vostro banco a meno che non siate in prima fila.
Ci ringrazierete, per due motivi fondamentali: il primo è che quando poi sarete a sbobinare la lezione chini sui vostri pc, una voce chiara sarà molto meno stressante di una lontana che si sente come sottofondo.
Il secondo è che la gente accanto a voi, magari, prima o poi, parlerà: e imprecherete se invece della soluzione al teorema sentirete il ragazzo di fianco a voi descrivere tutte le particolarità della moto nuova che si è appena comprato.
I lati positivi coincidono spesso con quelli negativi: una volta terminata la sbobina, avrete in mano la chiave del mondo. Gli appunti perfetti. Il problema è che li avete sudati così tanto e ci avrete passato così tanto tempo solo a trascriverli che penserete di sapere già tutto, o abbastanza, senza avere voglia di perdere altre ore. Sbagliato: la sbobina è incentrata solo sul mezzo, il lavoro vero di assimilazione del concetto dovete ancora farlo.
Il secondo problema è il tempo: sbobinare vuol dire duplicare le ore di lavoro. Certo però che proverete l’ebrezza di una lezione vera, dove avrete ascoltato e imparato senza l’ansia di annotare solo ciò che serve in vista dell’esame. E, automaticamente, avrete interiorizzato il cuore delle tematiche trattate.
Non rimane che augurarvi un buon inizio di Università, un buono studio e soprattutto un buon divertimento, come solo gli universitari sanno fare!
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