
Continuano le nostre puntate della rubrica “Il colloquiario”: nel primo approfondimento, ci siamo concentrati su come affrontare un colloquio telefonico, nel secondo articolo parlavamo delle domande che un candidato deve fare all’intervistatore e qui, invece, capiamo come rispondere alle classiche domande che qualsiasi intervistatore fa a un colloquio di lavoro.
Avete presente le domande “Punti di forza o debolezza” oppure “Mi parli di lei”? Ecco, noi NON vogliamo aiutarvi a trovare una risposta definitiva a queste domande perché non vi conosciamo e non sappiamo cosa dovreste rispondere.
Noi vi diamo in questo articolo IL METODO per trovare le risposte in ogni colloquio di lavoro. Perché prima di andare a un colloquio di lavoro dovreste prepararvi in base all’azienda da cui andate, quindi questa guida vi aiuterà, di volta in volta, a rispondere.
1. Descriviti in tre aggettivi
Innanzitutto capiamo bene cosa sono gli aggettivi perché sappiamo che durante i colloqui di lavoro si va sempre nel panico. Gli aggettivi sono delle parole che descrivono delle qualità o caratteristiche di un soggetto. Facciamo un esempio: l’albero è il soggetto e gli aggettivi possono essere alto, rigoglioso, frondoso, etc. etc.
Quindi a questa domanda non si può rispondere “sono bravo a guidare il muletto” o “sono esperta nella programmazione dei turni di lavoro”. Queste sono frasi, non aggettivi. Gli aggettivi sono parole semplici ma allo stesso tempo diventano piene di significato durante un colloquio di lavoro quando bisogna sceglierne solo tre.
Quindi come scegliere? Il nostro suggerimento è andare sul sito dell’azienda e cercare la pagina o la voce in cui si parla del “valore” o della propria “mission”. In queste sezioni, infatti, l’azienda spiega i valori su cui è fondata e anche qual è il suo obiettivo a lungo termine. Sul nostro sito nella pagina del Codice Etico abbiamo scritto i nostri valori fondanti che sono: onestà, iniziativa, libertà, legalità.
Due degli aggettivi da dire a un colloquio con noi potrebbero quindi essere: sono onesto/onesta, sono proattivo/proattiva. Poi sta a voi completare il discorso e spiegare perché siete onesti e proattivi.
Il terzo aggettivo, invece, dovreste sceglierlo in base alla vostra migliore qualità: dovete far capire all’azienda che non solo avete già i loro valori, ma che potreste portarne di nuovi, in linea ovviamente con loro ma che possano far crescere in meglio l’azienda.

2. Parlami della volta in cui hai commesso un errore e come lo hai risolto
Qui non dovete aver paura di mostrare le vostre debolezze: l’azienda VUOLE saperle! Come fare quindi a non sembrare incompetenti?
La risposta è semplice: basta collocare l’errore madornale nel passato! Nell’approfondimento sul come affrontare un colloquio telefonico, vi suggerivamo di non mentire mai ma questa sarebbe una piccolissima bugia bianca che sì, è lecita!
Quindi fate così: scegliete il più grande errore lavorativo (non parliamo di relazioni sentimentali o di amicizia, occhio) e raccontatelo in serenità al vostro potenziale datore di lavoro. Potete addirittura usare un pizzico di ironia. Ma attenzione: ambientate l’errore in un tempo passato, anche di cinque/sei anni! Parlate di voi come se, durante questo errore, foste stati giovani e inesperti, alle prime armi.
L’importante è che poi riusciate a spiegare come avete riparato all’errore: avete chiesto aiuto a un vostro superiore? Avete ammesso la colpa? Vi siete impegnati a risolvere e migliorare il vostro atteggiamento in azienda? Spiegate tutto, l’intervistatore apprezzerà la vostra capacità di auto analisi e capirà come vi comportate in caso di sbagli.
3. Dove ti vedi tra cinque/dieci anni, vuoi avere figli?
Facciamo una piccola premessa. È illegale chiedere a chiunque se si voglia avere figli, famiglia, matrimonio, etc. Purtroppo alcune aziende lo fanno ma sappiate che avete il DIRITTO di non rispondere a questa domanda!
Cosa fare quindi per rispondere senza risultare scortesi? Certo, gli scortesi sono quelli che vi hanno posto la domanda ma voi dovete essere superiori.
Potete iniziare così la risposta: “Preferisco non rispondere alla domanda sul futuro della mia famiglia perché riguardano la mia sfera privata, ma dal punto di vista lavorativo tra cinque anni mi piacerebbe assumere il ruolo…”.
Quale ruolo scegliere? Beh, uno che esiste già nell’azienda! Manager, capo reparto, responsabile dell’ufficio… insomma se avete studiato l’organigramma dell’azienda dal loro sito, scegliete il ruolo che più si addice alle vostre competenze e ai vostri progetti futuri (anche in caso di famiglia, ma non ditelo all’intervistatore).
4. Qual è il lavoro/compito che ti piace fare di meno/non vorresti fare
Al contrario della domanda numero tre, qui non dovete dire bugie! Nessuno crederà mai alla risposta “a me piace fare tutto, non mi lamento”. Perché sì, ci sarà sempre una cosa che non vi piace fare (anche rispondere “lavorare in generale” non va bene, ma sareste degli eroi e se lo avete fatto, raccontatecelo che vi mettiamo nella newsletter).
Ovviamente se vi state candidando per gestire un magazzino non potete rispondere “inserire gli ordini è noiosissimo” però potete trovare un piccolo dettaglio del vostro lavoro che proprio non vi va giù e proporre anche una soluzione. Per esempio potreste dire “in un precedente lavoro, mi occupavo di controllare collo per collo, se le quantità corrispondevano ed era un lavoro che mi faceva perdere un enorme quantità di tempo. Si potrebbe ottimizzare il tutto studiando un metodo diverso per la consegna, per esempio…”
Dovete far vedere alle aziende che siete in grado di capire pro e contro di ogni ruolo ma in maniera costruttiva, senza criticare e basta, dimostrando che ci tenete a migliorare i flussi di lavoro.

5. Cosa manca alla nostra azienda?
Questa non è una domanda trabocchetto. Come nel caso degli aggettivi, anche qui l’azienda durante il vostro colloquio di lavoro vuole sapere quali competenze e idee nuove potete portare in caso di assunzione. Il consiglio è sempre quello di studiare bene il sito dell’azienda, sopratutto nelle voci “Chi siamo”, “Servizi”, “Cosa facciamo”.
Trova poi un competitor dell’azienda per cui ti stai candidando e fate un confronto: cosa fa il competitor che l’azienda con cui ha il colloquio non sta facendo? Fate un elenco delle cose diverse e, in base alle competenze che avete, proponetele all’intervistatore, dicendo che vorreste proprio voi occuparvi di quei nuovi progetti perché sapete come svilupparli.
Siamo giunti alla fine! Se queste domande non bastassero, qui ce ne sono altre dieci! Ora non resta che trovare il coraggio e mandare la propria candidatura. Dove?
