
Uccelli parlanti e dai colori vivaci. I più ferrati con i cruciverba non avranno problemi a dire pappagalli. Allora pronte e pronti che ne parliamo in quest’articolo, perché ce ne sono tanti nelle nostre case ma anche, da un po’ di tempo, nei parchi delle nostre città. Volete sapere perché? Se sì, continuate a leggere.

Che differenza c’è tra i pappagalli e gli altri uccelli?
Innanzitutto vi diciamo Psittaciformi. No, non è un insulto, ma la specie con cui scientificamente vengono definiti i pappagalli. Questi volatili si differenziano dagli altri uccelli sia per l’aspetto fisico che per le attitudini comportamentali.
L’aspetto fisico è fatto in modo tale che i pappagalli possano vivere nelle foreste arrampicandosi sugli alberi. Che poi abbiano applicato questa skill anche sui ruderi del Foro Romano, per esempio, questa è un’altra storia.
Le loro caratteristiche principali sono:
- il becco robusto e ricurvo, che è simile a quello dei rapaci ma creato da madre natura a posta per mangiare la frutta e aprire i semi;
- la mandibola superiore che – caso unico tra gli uccelli – non è attaccata al cranio e quindi permette alla testa di muoversi a 360° come una molla;
- le zampe cicciotte, con 4 dita disposte in modo da avere una presa solida, sia per potersi aggrappare ai rami che per prendere da mangiare;
- la lingua conica, rossa e carnosa, che a quanto pare è molto ricettiva, non solo a livello gustativo ma anche tattile;
- la testa più grande rispetto a quella degli altri uccelli, contenente un cervello più sviluppato.
A proposito delle loro caratteristiche psichiche e comportamentali, la cosa che distingue i pappagalli dagli altri uccelli è senza dubbio il fatto che sono addomesticabili.
Certo, ci sono delle specie che lo sono più di altre, ma in generale è questo il motivo per cui evidentemente ci piace tenerli in casa. E magari pure perché sono buffi, o perché sono colorati… Ognuno, alla fine, avrà le sue ragioni.
I pappagalli riescono a riconoscerci e a distinguerci dagli altri ominidi, si appollaiano sulle nostre spalle e ci salgono pure in testa, si fanno accarezzare sotto il collo o sulla pancia e si addormentano nelle nostre mani. Come possiamo resistere? Poi, vabbè, è anche vero che se li lasciamo liberi possono mordere le pagine dei nostri libri, lasciare immondizia ed escrementi ovunque, e poi essere fastidiosamente assordanti… ma alla fine sono simpatici, dài.

Cosa ci dicono i pappagalli?
Alcuni pappagalli riescono a imitare dei suoni, altri intere parole o addirittura frasi (pur senza comprenderne il significato… o almeno così sembra).
Pare che il motivo scientifico dietro quest’imitazione coincida con un fatto, e cioè che i nostri suoni sono simili a quelli che emettono i pappagalli in natura, quindi a loro viene spontaneo imitarli.
Ma a livello più emotivo sembra che l’esigenza di ripetere quello che diciamo sia dovuta al bisogno di attenzioni. Non a caso i pappagalli parlano di più quando ci allontaniamo da loro.
Come altri pet, instaurano con gli amici umani un rapporto per cui, se non si sentono abbastanza coccolati, si fanno sentire. …Come facciamo a rimanere indifferenti?

Perché i pappagalli hanno invaso le nostre città?
In teoria, gli habitat ideali dei pappagalli sono i tropici e i sub-tropici. I paesi di cui sono originari sono, a seconda delle specie: Nuova Zelanda, Australia, Nuova Guinea, Malesia, Polinesia, India e varie parti dell’Amazzonia. Allora perché da un po’ di tempo a questa parte se ne vedono in centinaia anche all’Eur a Roma o nel Parco Sempione di Milano? Così come al castello Visconteo di Pavia, nel parco della Villa Reale di Monza o in quel di Molfetta, in Puglia?
Si tratta, indovina indovinello, di uno degli effetti del cambiamento climatico.
Se attualmente almeno cinque specie di pappagalli hanno creato delle colonie in almeno 12 regioni e circa 30 città d’Italia (per non parlare degli altri paesi europei) è per via dell’innalzamento delle temperature: è come se anche noi fossimo ai tropici, insomma.
Pare che negli ultimi trent’anni la loro presenza sia aumentata del 96%, e sta aumentando ancora.
Quali sono le conseguenze? Beh, alcune non sono proprio positive, perché i pappagalli avendo un bel caratterino si mettono in competizione con le altre specie di uccelli. Ad esempio fanno dei nidi dei picchi o delle civette… i propri nidi d’amore. Sì, perché vanno lì per riprodursi. Oppure rubano il cibo agli altri uccelli e impediscono loro di accedere ad alcuni luoghi.
Ecco, forse sono un po’ coatti, è vero, però è anche vero che i pappagalli contribuiscono alla biodiversità, perché a loro volta sono cacciati da predatori come le cornacchie, i gatti o i topi. Ed essendo golosi di frutta ne trasportano i semi favorendo la crescita degli alberi da frutto, appunto, nelle nostre grigie periferie e in posti dove non ci aspetteremmo mai.

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