
Oggigiorno ci sono molte mode che hanno riempito un po’ la nostra realtà. Molte sono particolari, altre quasi astruse.
Alcune di queste, diciamoci la verità, è importante che non passino perché sono molto benefiche.
Un esempio? La permacultura!
La parola è già strana di suo, ma capire di che si tratta sembra un’ impresa da titani!
Non vi preoccupate, noi di Bakeca.it abbiamo fatto i compiti a casa e cercheremo di spiegare questo insieme di pratiche in grado, con poco, di migliorarvi di molto lo stile di vita! E non pensate di aver bisogno di vivere in una fattoria per metterla in pratica perché, come vedrete, si può praticare benissimo anche dal balcone di casa…
Prima di tutto: che cos’è?
La permacultura non è nient’altro che un insieme di pratiche agricole, un processo permanente (“permacultura” = permanent agriculture) che mira alla costruzione di un ambiente sostenibile, ecologico, dove uomo e natura possano convivere senza disturbarsi l’un l’altro e dove l’uomo riesce, senza interferire particolarmente, a procurarsi tutto ciò di cui ha bisogno. E se tutto va bene, anche in abbondanza.
Un motto su tutti spiega un po’ il concetto in sé: cura della terra, cura dell’uomo. Cibo sano, a basso costo, in un sistema naturale non inquinato.
Non c’è bisogno di essere di scettici: saranno ormai quarant’anni che gli studiosi disquisiscono sulla permacultura, e la prima definizione viene data addirittura nel 1992. Non solo. Molti borghi italiani si sostengono grazie a questo tipo di agricoltura.
C’è un altro concetto importante da capire prima di iniziare procedere con un mini percorso rivolto all’ “orto naturale”, ed è il seguente: la permacultura è una riproduzione dell’uomo, in piccolo, del sistema che mette in circolo la natura. Certo, per gli ecosistemi più complicati ci vuole studio, tempo e tanta pazienza. Ci vuole una certa cultura in materia, insomma. Ecco perché i traduttori in italiano della parola originale permaculture hanno deciso di rinominarlo permacultura e non permacoltura!
Provare per credere
C’è un esempio che gli amanti della permacultura amano proporre, ed è la rinascita di Detroit. Nel 2013 la grande metropoli statunitense infatti dichiara il fallimento. Lo spopolamento si realizza in un lampo, e così i pochi rimasti decidono di far fronte alle proprie esigenze nutritive con orti urbani. Sorgono così nuovi campi regolati dalla permacultura che attirano una nuova economia locale. E fanno il botto, ma in positivo questa volta. Producono tonnellate di cibo e si moltiplicano i mercati agricoli, facendo ripopolare la zona anche grazie al basso prezzo dei prodotti alimentari coltivati a km 0!
Da dove si comincia?

Quando vi dicevamo che potete applicarvi alla permacultura dal balcone di casa, non stavamo mica scherzando. Raccogliete l’acqua piovana per esempio, con una bacinella o un contenitore, e riutilizzatela per innaffiare tutto ciò che avete sul balcone, dal basilico alla pianta di gelsomino. È un primo passo, ma è molto facile da fare. E poi, da lì, perché non pensare di progettare un orto sul balcone…?
Gli orti e la permacultura (valgono anche quelli verticali)

Possiamo già immaginare la prossima obiezione: ma su un balcone non c’è spazio! Provate a studiare la faccenda con un’ottica diversa. Alzate lo sguardo. Sul balcone un po’ di spazio c’è, soprattutto quello verticale.
Se non avete molta voglia di applicarvi in opere architettoniche fai da te, ci sono molte piante in grado di svilupparsi verticalmente da sole. I rampicanti, per esempio. Kiwi, viti, persino le zucchine o i meloni possono crescere in verticale se sostenuti da una rete (metallica è meglio!).
Gli spunti migliori di prodotti da coltivare sul balcone? Fragole, mirtilli, fichi e meli nano. E se il vostro balcone ha la condanna di essere sempre in ombra, non disperate, ma piuttosto pensate alle insalate, al rabarbaro o ai funghi!
Ma se proprio l’idea non vi piace, per i più originali consigliamo di valutare anche il tetto. Questa è un’altra regola della permacultura: no, non di usare i tetti, ma di saper sfruttare i limiti! E il tetto può essere un confine perentorio, se vogliamo.



Anche gli orti orizzontali
Se avete un terreno, o se avete già provato in piccolo e avete capito che il pollice verde ce l’avete (ma come avrete capito, basta anche solo la passione), è il momento dell’upgrade. Potete anche pensare di affittare un piccolo lembo di terra, magari anche in condivisione, e iniziare il vostro progetto.
Con un orto orizzontale, e il metodo della permacultura il risultato è assicurato. Basta solo avere la voglia di iniziare e la costanza per perseverare. Ricordatevi che siete voi che state imitando la natura e il suo ciclo, non viceversa! Per questo, ci vuole pazienza. E ancora una volta, un po’ di accorgimenti.
Creare un microclima
L’idea di avere più piante di diverso tipo è utile in questo caso. Se crescono insieme diverse piante porteranno una differenza di temperatura, ombra e umidità. In questo modo, ovverosia con la policoltura, l’effetto positivo è assicurato. Le piante, per le loro diverse conformità, si proteggeranno a vicenda dal sole, dal vento o dalla troppa pioggia (alcune piante per esempio avranno bisogno di molta più acqua di altre). Ognuna di queste poi rilascerà diversi minerali nel terreno, arricchendolo per le colture di vegetali.
Se siete molto abili, anche l’idea di creare uno stagno o comunque una fonte di acqua vicino può essere d’aiuto! Un consiglio: per iniziare, anche il copertone di una ruota va benissimo per ricreare l’effetto di un piccolo bacino d’acqua.
Non si zappa, si concima
La permacultura va bene anche per i più pigri. Nelle pratiche più comuni di questa branca, la terra dovrebbe essere sana e già composta di tutto ciò che le serve. Non si zappa mai, al massimo si…pacciama! Un altro termine un po’ sconosciuto, ma di facile intuizione: per non far crescere erbacce, il massimo che viene richiesto è di coprire il terreno con materiale non vivente (un telo o della paglia, per esempio). Se coltivate sul balcone e siete in carenza d’acqua, la pacciamatura vi aiuterà anche ad evitare l’evaporazione.
Ideare un piano replicabile
Squadra che vince non si cambia: una volta che avete pianificato una determinata combinazione di coltivazione e vedete che funziona, ricreatela una simile vicina, fino a quando non ne avrete abbastanza!
Livello PRO: la Food Forest
Per quelli più bravi, ricordatevi che potete aspirare sempre ad un risultato migliore. Una volta che vi siete fatti un po’ di esperienza e avete capito di essere in grado di gestire completamente un piccolo ecosistema, ecco una nuova sfida per voi. Ricreate un ambiente che non abbia bisogno di essere annaffiato, potato o fertilizzato. Molti professionisti riescono infatti a generare, con gli anni, ecosistemi in grado di proliferare in autonomia. Anche qui, lo ripetiamo, lo studio della posizione, delle fonti di acqua limitrofe, del posizionamento di abitazioni vicine ecc… Sono tutti fattori da tenere in ampia considerazione!

Non resta che provare la permacultura
Ora che più o meno abbiamo capito di cosa si tratta quando parliamo di permacultura, rimane il passo più difficile da fare: iniziare. Siate resilienti proprio come lo è natura e fidatevi, ne sarete soddisfatti! Poi fateci sapere com’è andata!
Credits:
- pixabay.com