Pet Therapy, ovvero la terapia con i cuccioli: un trattamento che ha avuto un forte sviluppo negli Stati Uniti negli anni ’70 e ha cominciato a prendere piede in Italia intorno agli anni ’90; inoltre, sfrutta le capacità terapeutiche degli animali domestici per aiutare a donare maggiore gioia e serenità, ma anche per la cura di veri e propri disturbi psicofisici.
Studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia della Pet Therapy nella riduzione di ansia, l’abbassamento della pressione, glicemia e battito cardiaco e dell’aumento della produzione degli “ormoni del benessere” come l’endorfina e il cortisolo
In realtà, i benefici di questa tecnica sono molti di più, andiamoli a scoprire nel dettaglio.
Riduce la solitudine
Per tutte le persone che soffrono di senso di solitudine, ricorrere alla Pet Therapy può aiutare a ritrovare un senso di serenità e gioia, aiutando anche a combattere tutte le tendenze depressive che possono sorgere in queste condizioni.
Per questo motivo, la terapia con i cuccioli viene utilizzata nelle case di risposo per aiutare gli anziani a coltivare il loro senso del tempo e per cercare di mantenere intatte le capacità cognitive ed emotive.
Alzheimer
Nelle persone affette da alzheimer o altri tipi di demenza, fare un’ora e mezza di Pet Therapy a settimana ha riportato una diminuzione del senso di irrequietezza e dell’insonnia. Inoltre, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, questo tipo di terapia riesce a stimolare la capacità motoria, migliorare i sintomi depressivi, stimolare l’attenzione e aumentare il senso di responsabilità.
Pet Therapy e autismo
La Pet Therapy si è rivelata efficace nel migliorare funzionalità sociali e comportamentali nelle persone affette dall’autismo. In particolare, è stato osservato che questi interventi favoriscono l’interazione sociale e l’intento comunicativo e aiutano a ridurre episodi di aggressività verbale e fisica.
Bisogna sempre ricordare che per quanto la pet therapy stia raggiungendo sempre più popolarità, tutti i suo promotori sono d’accordo nel sostenere che si tratta di una co-terapia che non vuole sostituirsi alle terapie tradizionali, ma solo facilitare e favorire un decorso positivo delle altre terapie in atto.
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