Al passo coi tempi, facendo un passo indietro

Hai abbracciato con entusiasmo la moda degli ultimi anni. Indossato Levi’s 501 high waisted e Stan Smith bianche. Hai comprato elettrodomestici dal design anni ’50 e scattato foto in analogico o utilizzando una Polaroid. Ti sei comprato un giradischi, nonostante la musica in streaming, e non lo hai fatto solo per il fantomatico ritorno del vintage, ma perché – e come contraddirti? – la fruizione old style con puntina e 33 giri è davvero un’altra cosa.

Insomma, hai fatto tutto il necessario per poter assaporare il gusto di altre epoche, per tornare indietro e immaginare di vivere insieme alle grandi icone del passato, i tuoi miti preferiti. Ma sei sicuro di aver pensato proprio a tutto? Sei sicuro di non aver tralasciato qualcosa? Se sei un appassionato di musica, oggi ci rivolgiamo proprio a te, lettore innamorato del retrò, proponendoti una selezione di vinili che proprio non puoi non avere in casa. Soprattutto, se vuoi collezionare i migliori sound dei tempi andati. Se vuoi lasciarti accompagnare, in questo viaggio a ritroso, dalle giuste note e dagli artisti che hanno cambiato per sempre il panorama della musica mondiale.

I vinili per chi ama il rock

Ha sovvertito le regole, scompigliato i capelli di intere folle e fatto ballare: il rock è per eccellenza il genere delle rivoluzioni, in ogni sua declinazione. Le corde delle chitarre stridono, la batteria detta il ritmo e il basso segue incalzante, ché i tempi cambiano e con loro la colonna sonora che li accompagna. Siamo negli anni ’60 e il rock’n’roll si prende la scena con la stessa irriverenza dei suoi protagonisti. Uno fra tutti, probabilmente il ciuffo più ribelle della storia, Elvis Presley. E, mentre Bob Dylan scrive Blowin’ in the wind, i Beatles pubblicano Little Child e i Rolling Stones riscrivono gli spartiti di un’intera epoca, la controcultura di San Francisco prende piede, portando alla ribalta il concetto di libertà sin lì stabilito.

Non si torna più indietro: il Festival di Woodstock (1969) è alle porte e salgono sul palco Santana, gli Who, Jimi Hendrix e Janis Joplin. L’apice del cambiamento sognato dalla musica rock è compiuto. Frank Zappa incendia gli animi con i suoi assoli, Andy Wharol disegna la copertina dell’album dei Velvet Undergroud e il progressive psichedelico dei King Crimson, dei Pink Floyd e dei Genesis detta le regole di una nuova corrente che, in Italia, vedrà tra le fila il Banco del Mutuo Soccorso e i PFM.

Il quadro non è ancora completo, però, e allora ecco il glam rock anni ’70 di David Bowie e dei Queen; di Peter Gabriel e di Brian Eno. Il punk dei Police di Sting e degli U2 e, negli anni ’90, l’urlo elettrico dei Nirvana: la riscoperta della voglia di rivalsa esasperata, rincorsa e poi raggiunta del primo rock. Questa la panoramica, questi i nomi che dovrebbero stare nella tua collezione di vinili rock, se ami la sfrontatezza di questa corrente che cambiò non solo il modo di intendere la musica, ma di vivere. 

I vinili per chi ascolta il jazz

Anni ’20. La musica africana si mescola alle sonorità occidentali, gli accordi fanno giri nuovi e, a New Orleans, in Lousiana, i vocalizzi si armonizzano, per la prima volta, in direzioni mai battute: è nato il jazz. E, con lui, la ricerca di suoni alternativi, di tecniche strumentali mai tentate e di libertà espressive inimmaginate fino a quel momento. Con la chiusura anticipata dei locali notturni di Storyville, molti si spostano poi a Chicago. Al genere, si aggiunge allora l’improvvisazione, che porta nel segno un solo nome: Louis Armstrong. Il suono solista della sua tromba vortica e raggiunge altri strumenti: il pianoforte di E. Hines, il sassofono tenore di C. Hawkins e quello soprano di Benny Carter.

È cominciata la storia della musica jazz, che migra ancora e stavolta arriva a New York, declinandosi nello swing di Henderson e di Goodman. E, ancora, nel jazz di Thelonious Monk. Giungiamo sino alle porte degli anni ’60 e incontriamo Lewis, Chet Baker, Coleman, Coltrane e il samba di Getz. Tuttavia, a fianco agli strumenti, non si può parlare di jazz senza le voci di Ella Fitzgerald, di Billie Holiday, Nina Simone, Oleta Adams, Nat King Cole, Natalie Cole, Frank Sinatra, Tony Bennet, Paul Anka e altri ancora. 
Tutti nomi, di assolute firme del jazz mondiale, che non possono mancare nella tua libreria musicale, a fianco al giaradischi. 

I vinili per gli aspiranti cantautori

Dopo aver sognato con tanti artisti oltreoceano, torniamo infine a giocare in casa. E se c’è una cosa, che rappresenta la musica italiana nel mondo, è certamente il suo versante cantautorale. La sua lunga tradizione musicale fatta di canzoni che somigliano a poesie, e versi, capaci di commuovere o prendere posizione politica, sociale e culturale. Tutto comincia negli anni ’60 dall’idea di fondere insieme la canzone d’autore francese, degli chansonnier, a quella statunitense, dei folksinger.

Domenico Modugno, Gino Paoli e Sergio Endrigo si fanno già portavoci di un nuovo tipo d’artista, non solo interprete ma autore di melodia e parole, in un tutt’uno che prende il nome di cantautore. I testi si fanno più raffinati, le penne impegnate e si assiste alla nascita di un primo grande gruppo. Sono i genovesi Luigi Tenco, Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati. Dietro di loro il modenese Francesco Guccini, e poi i milanesi Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci. Nel 1966 Lucio Dalla pubblica il suo primo album e sei anni dopo Francesco De Gregori, più avanti soprannominato il principe, presenta il suo Theorius Campus in collaborazione con Antonello Venditti.

Nel Mezzogiorno, intanto, Edoardo Bennato scalza il neomelodico con la sua chitarra e la sua armonica a bocca, mentre salgono sul palco anche un timido Lucio Battisti, un irriverente Rino Gaetano, un romantico Claudio Baglioni. E, se ami il genere, siamo sicuri che non vorrai perderti un vinile per ognuno di questi incredibili cantautori!

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Francesca Rossi
Francesca Rossi