San Valentino si avvicina e noi ci facciamo delle domande: come cambia questa festa con le nuove generazioni? Chi sono gli innamorati, oggi? Che regali si fanno?

Perché a San Valentino festeggiamo l’amore 

Pare che il vescovo di Terni, nel terzo secolo dopo Cristo, avesse un passatempo segreto: sposava le coppie in nome di Gesù. A quei tempi il cristianesimo non era propriamente la religione ufficiale, anzi i cristiani erano un tantino perseguitati. L’imperatore dell’epoca, infatti, tale Aureliano, scoperto il traffico di matrimoni clandestini fece subito decapitare il povero vescovo. 

Bene. Lo sapete come si chiamava questo vescovo? Valentino. Che divenne poi santo, oltre che martire… nonché protettore degli innamorati per via di questo suo ruolo da Cupido cristiano. 

In realtà, come il 90 per cento delle volte accade, prima della festa cristiana ce n’era una pagana. 

In questo caso parliamo dei Lupercalia, una festa della fertilità che prevedeva molti rituali, per esempio quello in cui dei ragazzi vestiti solo di pelle di capra andavano in giro per il centro di Roma cercando ragazze con cui, diciamo, celebrare questa fertilità. 

Come cambia la festa di San Valentino 

Ci sono persone che festeggiano San Valentino sempre allo stesso modo. Altre invece, magari le più giovani, sentono l’esigenza di variare. 

In generale, visto che la nostra società cambia di generazione in generazione, cambia anche il modo in cui amiamo, ci relazioniamo, festeggiamo.

E quindi cambia anche la festa di San Valentino.

Come? Vediamo un po’.

Che regali si fanno a San Valentino 

Rose rosse, cioccolatini nella scatola a cuore e un orsacchiotto morbidoso: questi sono i regali tipici di San Valentino, soprattutto quelli che gli uomini fanno alle donne (ma non vi preoccupate, poi approfondiamo anche il discorso sui generi).

Per carità, se a qualcuno – o meglio, qualcuna – piacciono questi regali, ben venga. 

Basta sapere che non è l’unico modo per dimostrare l’amore. Ce ne sono molti altri e non per forza si comprano al negozio, anzi possono essere azioni carine, può essere mettere a disposizione il nostro tempo e in generale qualcosa che fa la felicità di quella persona e non di un’altra. 

Poi vabbè, a cena fuori se vogliamo possiamo pure andarci eh. 

Chi deve prendere l’iniziativa a San Valentino 

L’immaginario tipico della festa di San Valentino è quello in cui gli innamorati sono un uomo e una donna, cioè una coppia etero. Una coppia in cui tra l’altro la divisione dei ruoli è abbastanza tradizionale: l’uomo conquistatore che si presenta coi fiori, i cioccolatini e gli orsacchiotti; la donna conquistata che lo bacia col piedino che va all’insù. 

Ora, ragioniamoci un attimo. Viviamo in un’epoca in cui le donne fanno tante cose che prima appartenevano solo all’universo maschile. Nelle relazioni prendono l’iniziativa, corteggiano, agiscono. Quindi perché non farlo anche a San Valentino? 

Chi festeggia San Valentino

Un’altra questione da considerare e che le coppie non sono solo eterosessuali. Il mondo è bello perché è vario e così anche l’amore, che può essere tra donne, uomini, trans, persone che non si riconoscono in un genere, persone che si riconoscono in più generi: insomma, tutte le identità sessuali possibili. 

Altra cosa che non va tralasciata: la coppia è molto probabilmente il tipo di relazione più diffusa e consolidata, ma ci sono anche altri modi per stare insieme e che magari comprendono più persone, come nel poliamore. 

L’importante è festeggiare l’amore, in tutte le sue forme! 

Anzi, a questo proposito, anche i single dovrebbero festeggiare: perché se c’è un amore a cui proprio non possiamo rinunciare è quello verso noi stesse e noi stessi. …Siamo d’accordo? 

Credits per le immagini: Pixabay.com, MerlinLight, nhutduongacc, alllessandro_

Teresa Lucente
Teresa Lucente