
“Notte di mezza estate, feste spropositate. Diavoli alle chitarre ma angeli sotto le stelle” cantavano Bennato e Britti.
L’estate sta arrivando. Ma quando? Il meteo, complice il cambiamento climatico, non sembra dare buone speranze, ma tra il 20 e il 22 giugno il sole toccherà il punto più alto e più settentrionale nel cielo. È infatti il 21 giugno, il giorno in cui avviene il cosiddetto “solstizio d’estate”, ovvero il giorno in cui il dì è più lungo della notte (contrapposto al solstizio d’inverno che un tempo cadeva il tra il 12 e il 13 dicembre, recuperatevi il nostro podcast dedicato a Santa Lucia).
E come per tutti gli eventi meterologici legati alla stagionalità, anche per l’inizio dell’estate le tradizioni sono diverse e disparate, alcune che continuano ancora oggi in tutto il mondo. E noi di Bakeca ve le facciamo conoscere tutte.
Gli elementi in comune
La prima cosa da sapere è che esiste un momento esatto in cui avviene il solstizio d’estate, ma cambia a seconda dei diversi fusi orari: in Italia, per esempio, in questo 2023 il picco avverrà alle 16:57 del pomeriggio del 21 giugno. Avremo quindi quindici ore piene di luce solare (sempre che non piova e se funziona come a Pasquetta, allora pioverà). In Alaska, invece, si possono anche raggiungere le 24 ore consecutive di luce solare.
Non è un caso quindi che questa giornata così anomala, fin dall’antichità sia stata riconosciuta come magica e spirituale.
Il termine che noi usiamo oggi per chiamarla, viene dal latino. La parola è composta da “Sol”, che vuol dire “Sole” e “Stat”, che significa fermo. In questo giorno infatti è come se il sole si fermasse nel cielo senza volersene più andare.
Le celebrazioni sono molto diverse tra loro ma in tutte troviamo due elementi in comune:
- Il Fuoco, che simboleggia il potere del sole e allontana gli spiriti maligni. Inoltre si credeva che far bruciare erbe e fiori fino all’alba, alimentasse la forza del sole durante il suo giorno di massima potenza;
- L’Acqua, che grazie alle sue proprietà rigenerative e curative, aiuta a rendere fertile tutta la terra bagnata dalla luce del sole.
Il solstizio d’estate nei tempi antichi
La più antica celebrazione relativa al movimento del sole, è presumibilmente Stonehenge, che potrebbe rappresentare il primo calendario in pietra (costruito nel 2500 a.C.) per determinare la data del solstizio d’estate. È infatti durante questa giornata che il sole rimane perfettamente al centro del cerchio di pietre: ancora oggi migliaia di persone che praticano il culto dei druidi neopagani, si riuniscono in questa giornata danzando e accendendo falò tutto intorno, stimolando il potente campo magnetico delle pietre.
Nell’antica Roma, intorno al VI secolo a.C. il re di Roma Servio Tullio (ora vi sfidiamo a ricordare gli altri sei) introdusse il 24 giugno il culto della dea Fortuna (divinità italica): questa rappresentava il Fato, il caso (il calendario romano era diverso rispetto al nostro quindi il loro 24 giugno coincide con il nostro 21). In questo giorno, però, si celebrava già una divinità romana, chiamata Fors Fortuna, che potrebbe sembrare simile ma in realtà era colei che proteggeva nelle avversità. Il suo culto veniva celebrato lungo il Tevere: gli antichi romani addobbavano le barche di fiori ed erbe e navigavano in processione lungo tutta la città.
Servio Tullio spinse il cambiamento di valori verso la dea italica perché voleva auto-celebrarsi: la sua ascesa al trono era partita da umili origini e la dea Fortuna rappresentava in pieno quanto il caso (o culo diremmo noi) aveva giocato la sua parte.

San Giovanni e la notte delle streghe
Ma è interessante come l’acqua ritorni anche nella tradizione cristiana e pagana, e sia giunta fino a noi. Il 24 giugno i Cristiani, infatti, sostituirono la divinità con il culto di San Giovanni. La sera del 23 giugno ci si reca in campagna a raccogliere erbe e fiori selvatici. Questi vanno poi immersi nell’acqua e lasciati sotto le stelle per tutta la notte. È proprio durante le ore di buio che dal cielo cade “la rugiada degli dei” (o del Dio, in questo caso), donata proprio per celebrare il sole (che per gli antichi era una vera e propria divinità).
Tra le erbe, non dovrebbe mancare infatti l’iperico, chiamata anche Erba di San Giovanni, che ha capacità anti infiammatorie, anti depressive e allevia i disturbi del sonno (per tutte le erbe da raccogliere in questo giorno, vi rimandiamo al paragrafo sotto).
E sempre a proposito di San Giovanni, è sempre durante la notte del 23 che bisogna raccogliere le noci per la preparazione del nocino (anche detto liquore delle streghe, ma ci arriviamo): utilizzando solo le mani, per non compromettere gli olii essenziali delle noci, si devono scegliere i gusci ancora verdi (non del tutto maturi). Una volta raccolte, le noci vanno lasciate fino al 24 mattina a bagnarsi di rugiada, e poi si può iniziare il processo di macerazione nell’alcol.
In Italia questa festa è ancora molto sentita, e viene anche chiamata “Notte delle streghe”: per far sopravvivere i culti cancellati dai Cristiani, infatti, le donne di magia (che seguono la religione wicca) in questa notte si riuniscono per celebrare i loro sabba, cantando e danzando intorno ai falò e bevendo il liquore alle noci.

I Celti e il “Litha”
Il nocino però ha origini più antiche, e viene dai popoli della Britannia (chiamati Celti o Picti dai romani perché si tingevano la pelle). Durante la notte di mezza estate bevevano e preparavano il liquore di noci.
Per loro, la celebrazione del solstizio d’estate, chiamato Litha, rappresentava il giorno in cui il Sole era alla massima potenza, per poi iniziare il suo lento declino verso l’autunno. I druidi celebravano quindi la fertilità e la rinascita: il sole benediva la terra e la Natura, per farla crescere rigogliosa.
Durante questa notte magica, il velo tra il mondo degli degli spiriti e quello degli Uomini si assottigliava, portando il Piccolo Popolo, composto da fate, gnomi e spiritelli, a incrociare gli umani. È proprio da questa celebrazione che Shakespeare prese spunto per scrivere Sogno di una notte di Mezza Estate.
Il solstizio d’estate nei paesi del Nord
Salendo su nei paesi del Nord, troviamo i riti pagani svevi, in cui si ballava (nudi) intorno a un albero adornato di fiori. Ancora oggi, la tradizione vuole che chi si vuole sposare, deve riporre sette fiori diversi sotto al cuscino nella notte del 20 giugno, come rito propiziatorio.
In Danimarca, Norvegia, Lettonia, Estonia, Lituania e Croazia si accendono grandi falò notturni per scacciare l’oscurità e gli spiriti della notte.
Bulgaria, Russia e Ucraina perferiscono, invece, organizzare sfide e camminare sui tizzoni ardenti, ma all’alba sul fuoco si gettano acqua e ghirlande di fiori per premonire il futuro.
In Portogallo si tiene a Porto il Festival di San Giovanni dove le strade si riempiono di palloncini colorati e come segno di buon auspicio ci si sbatte in testa dei martelli di gomma (abbiamo cercato ma non siamo riusciti a trovare l’origine di questa usanza, se avete informazioni lasciateci un commento).
Le erbe da raccogliere il 21 giugno
Ora che abbiamo visto come celebrano nel mondo, cosa potrete fare voi? Se volete partecipare a questi rituali millenari, potrete optare per fare un falò e bruciare le erbe nella notte tra il 20 e il 21 giugno, insieme ai vostri amici. Ecco quali erbe vi consigliamo di cercare nella vostre campagne:
- la verbena, portatrice di abbondanza;
- l’iperico, l’erba dei miracoli;
- il timo, se viene indossato o bruciato attira la buona salute e protegge dalle malattie, se posizionato sotto il cuscino dona sonni tranquilli e favorisce lo sviluppo di poteri psichici.;
- la maggiorana, che allevia disordini gastrointestinali, crampi, vertigini, depressione, emicrania, neurastenia, raffreddori e tosse;
- l’artemisia, che protegge dal malocchio;
- il vischio, la pianta sacra ai druidi (di cui abbiamo già parlato nel podcast dedicato al Natale);
- la felce, il cui seme e fiore (che in realtà non esistono) renderebbero invisibili;
- la calendula, in cui si raccoglie l’energia stessa del sole e rappresenta pene d’amore e sofferenza;
- il sambuco che, secondo le leggende britanniche, si dice sanguini;
- il noce, albero che per antonomasia è incarnazione della magia, legato agli spiriti e ai morti.
Ora siete pronti a festeggiare il Solstizio d’estate: mandateci foto e video dei vostri rituali, non vediamo l’ora di vederli! E se volete potete organizzare un viaggio last minute in una di queste mete:
A presto, i druidi di Bakeca
Credits:
- Freepiks;
- Pexels;
- Mangiatori di cervello.