
Squid Game: la serie tv coreana in onda su Netflix dal 17 settembre è diventata in meno di un mese lo show più visto di sempre, con ben 111 milioni di spettatori. Ma perché?
Basti pensare che Hwang Dong-hyuk, il regista, ha dovuto aspettare 12 anni per trovare un finanziatore per la sua sceneggiatura.
Sicuramente non si possono negare tra i fattori di successo quelli che rendono la serie tv drammaticamente contemporanea, come il tema principale ovverosia la disuguaglianza socio-economica esplorata attraverso le narrazioni dei protagonisti, le loro storie tragiche e commoventi. A questo contribuiscono le performance degli attori protagonisti, atipiche ma eccezionali (consigliamo di guardare la serie tv in lingua originale), la fotografia, e in alcuni momenti più di altri la sceneggiatura (suggeriamo una visione approfondita del secondo episodio che permette di uscire dal gioco poco dopo averlo conosciuto, per entrare nelle vite dei personaggi e farci empatizzare ancora di più con loro prima che riprendano a giocare, e quindi anche e soprattutto a perdere).
Ma va anche detto che la serie tv ha poco di davvero originale, basta pensare ad altri successi che l’hanno preceduta come Battle Royale o Hunger Games.
E allora perché tutto questo successo? Secondo noi, la risposta è nell’esperienza cinematografica che la serie tv permette di sperimentare.
Il gioco preferito da noi spettatori in Squid Game è proprio essere spettatori, e quindi guardare.
I VIP dai volti in maschera animaleschi siamo noi, noi che ci riconosciamo nei drammi dei protagonisti eppure godiamo nel vederli lottare, scommettiamo su di loro, vogliamo vederli giocare. Squid Game è l’esperienza del male fruibile comodamente dalla poltrona di casa, è il Grande Fratello di Orwell con guardie vestite di rosso, e persone disperate che si uccidono tra loro per sopravvivere in un remake angusto dei giochi d’infanzia.
Il gioco, e l’esperienza del gioco attraverso gli altri, ci permettono pur stando seduti di giocare e divertirci. (Hai riconosciuto alcuni giochi che facevi da ragazzo nella serie tv? Se sì, quali?)
Il valore del gioco è quindi centrale sia nel racconto di Squid Game che lo utilizza per scopi narrativi, sia nelle nostre vite. Specialmente durante i numerosi lockdown, nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo tutti riscoperto la magia del sedere attorno a un tavolo, con pochi intimi, e trascorrere il tempo giocando e riesumando dagli scaffali vecchie scatole di giochi, di anni presenti e passati, per staccare dalla traumatica esperienza del momento e godere di semplice intrattenimento.
Alcuni giochi, tra l’altro, non necessitano nemmeno di scatole, apparecchi elettronici e troppo ingegno. Basta qualche regola, un po’ d’iniziativa e voglia di divertirsi. Si pensi al gioco della bottiglia, al nascondino, a nomi cose città, al mimo. Qual è il tuo preferito? Ti sta venendo voglia di giocarci?
Il gioco, sin da quando siamo bambini oltre che intrattenere o rilassare, è un mezzo che ci insegna come stare al mondo, come relazionarsi agli altri. Lo sapevi che tanti psicologi ne hanno indagato i vari aspetti e valori, soprattutto nel periodo dell’infanzia? Quante volte i tuoi genitori ti hanno detto “non prendertela, l’importante è giocare non vincere” e tu magari volevi solo vincere. Ebbene, numerosi studiosi hanno dimostrato come il gioco contribuisca a determinare aspetti importanti della nostra personalità.
A proposito di giochi senza che nessuno ci rimetta la vita, per collezionisti e non, su Bakeca ce ne sono tanti, di usati, in vendita. L’inverno è alle porte, di cene in casa ne faremo tante, allora perché non farsela una partita, magari con un amaro e bella compagnia?
Ecco alcuni esempi di giochi da tavola che si possono trovare:
- DIPLOMACY : dal 1959, un gioco di negoziazione in cui la fortuna ha poca importanza, ciò che serve è una strategia.
- COMMUNICATION : ogni giocatore si trasforma in un’agenzia che deve stipulare un contratto per il suo cliente, chi creerà la campagna migliore con le parole delle sue carte?
- LA FAMIGLIA ADDAMS : quando si è fanatici degli Addams non ha importanza a che gioco si giochi.
- SUPER MASTER MIND : astuzia e logica sono le parole chiave, dagli anni ’70.
- CLUEDO : quasi un cliché per gli amanti dei giochi, ma non si può dire di averci giocato senza aver mai trovato l’assassino e l’arma del delitto.
Buon divertimento.
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