Dalla Cina antica ai bazar arabi, fino alle corti europee, le carte da gioco hanno fatto più di un viaggio. Ma qual è la storia del mazzo delle carte da gioco? Questo articolo è un viaggio dedicato a tutti i collezionisti e a coloro che amano i giochi di carte.
Il viaggio delle carte da gioco dalla Cina all’Europa
La nostra prima destinazione è la gloriosa Cina del IX secolo, durante la dinastia Tang. Come si sa, la Cina è una terra di grandi invenzioni come i fuochi d’artificio, la bussola, la porcellana, la carta igienica… e, naturalmente, le carte da gioco.
Le prime carte cinesi erano chiamate “foglie di carta” ed erano per l’appunto fatte di cellulosa, un materiale che i cinesi avevano perfezionato. Al tempo potevano essere utilizzate sia come attività ludica che come una sorta di valuta.
Non c’erano ancora i semi di cuori, quadri, fiori e picche come li conosciamo oggi, ma erano decorate con simboli e disegni, alcuni molto intricati.
Poi, come tutte le buone idee, anche le carte da gioco hanno iniziato a viaggiare oltreconfine. Attraversarono la Via della Seta, la straordinaria rotta commerciale che collegava la Cina al Medio Oriente e all’Europa.
I mercanti arabi, tra un affare di spezie e l’altro, si sfidavano a colpi di carte nei bazar affollati. Ed è proprio allora che vennero introdotti i semi. I primi furono coppe, denari, spade e bastoni. In breve tempo le carte diventarono un modo per stringere affari e amicizie.
La prima truffa documentata con le carte da gioco
Le carte da gioco non si fermarono lì. Salparono verso l’Europa, pronte a conquistare le corti. Sembra infatti che una delle prime partite di carte documentate in Europa si sia svolta alla corte di Carlo VI di Francia. Si dice che il re fosse talmente affascinato dalle carte che ne commissionò un mazzo personalizzato, con tanto di re, regine e cavalieri.
Si narra che un giorno, durante una partita con alcuni nobili, il re stava vincendo tutte le mani. Ma uno dei nobili, un certo Conte de Truffe, decise di aggiustare un po’ le cose. Nascondendo carte nelle maniche e segnando alcune carte, il conte riuscì a far perdere il re in una serie di mani consecutive.
Quando Carlo VI scoprì l’inganno, fu così furioso che bandì il conte dalla corte e ordinò che tutte le carte venissero controllate prima di ogni partita. Da quel momento in poi, il termine truffare divenne sinonimo di barare a carte.
Le carte da gioco tra le corti europee
Le carte continuarono il loro viaggio, passando di mano in mano, di corte in corte, diffondendo il loro fascino in tutta Europa (al pari degli scacchi). In Francia, i semi originali vennero rielaborati e nacquero i semi di cuori, quadri, fiori e picche. Questi semi divennero il nuovo standard, perfetti per rappresentare la nobiltà e la bellezza. I cuori, naturalmente, per l’amore; i quadri per la ricchezza; i fiori per la nobiltà e la cavalleria; e le picche, beh, per le sfide e la guerra.
In Germania, invece, optarono per una variazione più bucolica: cuori, campane, foglie e ghiande. E poi abbiamo l’Italia e la Spagna, che decisero di mantenere i semi arabi ma con un design leggermente diverso. Coppe, denari, spade e bastoni divennero veri e propri capolavori miniaturizzati.
Pronti per un’altra storia? Siamo nella lussuosa corte di Isabella di Baviera, nota per la sua bellezza e intelligenza, ma anche per la passione per i giochi di carte. La sua corte era un vivace centro di intrattenimento e spesso ospitava serate di gioco che diventavano il fulcro della vita sociale.
Un giorno, Isabella decise di organizzare una grande festa in onore del compleanno del re. Tra gli ospiti c’era un famoso astrologo e alchimista italiano, Giovanni da Milano, che si diceva avesse poteri magici e una conoscenza straordinaria delle arti occulte…
Divinazioni con le carte
Durante la festa, Giovanni propose un gioco di carte speciale, che non solo avrebbe testato le abilità dei giocatori, ma anche il loro destino. Isabella, affascinata dalla proposta, accettò la sfida.
Giovanni presentò un mazzo di carte completamente diverso dai soliti: ogni carta rappresentava un simbolo astrologico o un elemento alchemico. Il gioco era semplice: chi pescava una carta con un simbolo favorevole avrebbe avuto buona fortuna, mentre chi pescava una carta con un simbolo sfavorevole avrebbe dovuto affrontare una piccola sventura o un compito arduo.
Isabella, con la sua tipica audacia, pescò una carta e rivelò il Sole, simbolo di prosperità e successo. E così, nei mesi successivi, Isabella ricevette numerosi doni e alleanze favorevoli da parte di altre corti europee, consolidando il potere della Francia.
Ma uno dei cortigiani, invidioso della fortuna di Isabella, decise di sfidare Giovanni e pescò una carta per sé. Sfortunatamente, pescò la carta della Luna, simbolo di inganno e illusione. Poco tempo dopo, il cortigiano fu coinvolto in uno scandalo che ne rovinò la reputazione.
Da quel giorno, il mazzo di Giovanni da Milano divenne leggendario nella corte di Francia. Le serate di gioco si trasformarono in rituali di lettura del destino, e le carte da gioco non furono mai più viste solo come un semplice passatempo, ma come strumenti potenti di sorte e mistero, come l’oroscopo.
Esistono altre storie, anche più moderne, che coinvolgono le carte da gioco. Siete curiosi? Allora vi invitiamo ad ascoltare l’ultimo episodio di Radio Bakeca!
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