In una delle puntate precedenti del nostro Colloquiario, rubrica in cui raccontiamo il mondo del lavoro e, nello specifico, consigli, strategie e idee per affrontare al meglio i colloqui di lavoro, vi avevamo parlato di come chiedere informazioni sul compenso di una determinata posizione. Recupera in questo articolo tutte le domande che DEVI fare a un colloquio di lavoro.
Ora vogliamo approfondire quel discorso capendo quanto stipendio chiedere al proprio datore di lavoro, sia in caso di colloqui per una nuova posizione ma anche per ottenere un aumento.
Per poterlo fare dividiamo le categorie di lavoro. Troverai quindi in questo articolo due paragrafi: dipendente e libero professionista.
Il compenso giusto per un dipendente
Facciamo una piccola premessa. Ci sono tantissime categorie diverse quindi stabilire il giusto compenso per ognuna sarebbe troppo difficile. Quello che vogliamo darti qui è un metodo per capire quanto dovresti chiedere, indipendentemente dal lavoro che fai.
Prima cosa da fare è controllare il contratto collettivo nazionale di riferimento, ovvero un contratto regolato dallo Stato italiano che è stato redatto dalle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro. Questi contratti danno un’idea generale degli stipendi medi per una particolare posizione lavorativa in un determinato settore.
Il CCNL
Sul sito di Conflavoro trovi i principali CCNL. Questo passaggio ti sarà utile per capire cosa aspettarti da qualsiasi datore di lavoro. Probabilmente tenderanno a offrirvi il minimo, ma in questo modo avrete idea di quanto potete alzare la posta.
Come fare però per chiedere di più? Innanzitutto il CCNL vi aiuterà a capire anche il vostro livello di anzianità. Più anni avete lavorato in quel settore per quel ruolo, più il vostro stipendio sarà alto. Se nell’azienda in cui siete prendete uno stipendio troppo basso, potete portare al vostro capo il CCNL di riferimento e chiedere l’aumento.
La stessa cosa potete fare al colloquio di lavoro: prima di presentarvi, controllate il settore dell’azienda per cui vi candidate, così sarete preparati in caso vi venga chiesto “qual è il compenso che vi aspettate per questo ruolo?”.
In linea generale potete chiedere un 10-15% in più del compenso minimo o massimo per un determinato ruolo ma attenzione: la richiesta deve essere giustificata da basi concrete. Per esempio: il nuovo posto di lavoro è più distante da casa rispetto al vostro attuale, le responsabilità sono maggiori, oppure semplicemente vi trovate bene dove state e per cambiare avete bisogno di una spinta in più.
Specificate sempre se il compenso che state chiedendo è da intendersi lordo o netto: e in caso di stipendio lordo, fate bene il calcolo di quanto sarà il netto, togliendo il 35% (il calcolo non è preciso al centesimo ma è adatto in questa fase in cui state contrattando).
Il compenso giusto per un freelance
E se siete freelance alle prime armi, invece, dovete innanzitutto capire se state facendo un preventivo per un progetto una tantum oppure continuativo.
Progetti una tantum
Con progetti una tantum intendiamo un lavoro che si esaurisce in poco tempo, il cui contratto stabilisce un determinato lavoro al termine del quale il rapporto lavorativo si interrompe. In questo caso vi consigliamo di stabilire il prezzo su base oraria: provate a fare una simulazione del lavoro (vi sarà in ogni caso utile per creare il vostro portfolio) e calcolate quanto ci avete messo. Aggiungete poi un 30-40% in più di tempo che vi servirà come cuscinetto per eventuali modifiche, richieste dell’ultimo minuto (ci sono sempre) e vostro agio in caso di intoppi che non dipendono da voi.
Ora stabilite quanto volete essere pagati all’ora, tenendo a mente che circa un terzo del costo che chiedete vi servirà per pagare inps, inail e varie ed eventuali (come il commercialista, la pec, i software, etc.).
Se avete deciso che il vostro costo orario è di 40€ all’ora e per realizzare quel prodotto ci avete messo 5 ore + le 2 di agio, avrete già il vostro prezzo (ricordatevi sempre di chiedere qualcosina in più di quello che volete perché, essendo freelance, l’azienda potrebbe chiedervi uno sconto).
Rapporto continuativo
Per il rapporto continuativo, invece, ci sono due tipologie diverse di “pacchetti” che potete fare:
- pacchetto monte ore annuo: per esempio se fate i consulenti, potreste dedicare al vostro cliente 100 ore annuali e di volta in volta scalare dal monte ore il vostro lavoro. Ovviamente dovrete stabilire con il cliente il metodo per calcolare il vostro tempo e come segnare, di volta in volta, quanto avete lavorato.
- pacchetto forfait annuale: in questo caso dovreste considerarlo come una specie di contratto da dipendente dal momento che lavorerete ogni mese per il vostro cliente producendo un tot di servizi che possono essere più o meno stabiliti a monte. In questo caso le ore che ci mettete non contano perché con il vostro cliente avete concordato un servizio che dovete garantire.
In entrambi questi due casi, la quotazione del costo orario andrà rivalutata: i rapporti continuativi si stabiliscono tra parti che si danno reciproca fiducia, quindi non dovreste chiedere il vostro costo orario massimo, perché l’azienda di riferimento vi garantisce un lavoro/progetto di lunga durata. Ovviamente i nostri sono consigli ma se un’azienda vi dimostra fiducia, non rischiate di perdere il progetto perché avete chiesto troppo! Ricordatevi sempre di chiedere il giusto compenso.
BONUS: offerte di lavoro e simulatore di stipendio
Ora che sai quanto chiedere come compenso, non ti resta che trovare il posto giusto
E se queste informazioni non ti bastassero, potresti provare a calcolare il giusto compenso su questo sito in cui si dovrà fare un questionario rispondendo a domande inerenti il proprio settore, il livello di anzianità e anche lo stipendio annuo percepito al momento. Dopo la registrazione, il sito darà una panoramica dello stipendio medio in Italia per le caratteristiche inserite in modo da capire se si sta guadagnando più o meno rispetto agli altri!
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