Due parole: soft skill. Nel mondo del lavoro se ne sente parlare sempre più spesso. Si tratta di tutte quelle qualità della persona che non rientrano nelle sue competenze tecniche, ma che sono essenziali in un contesto professionale. Come interagiamo con i colleghi, come reagiamo di fronte ai problemi, come gestiamo il tempo a disposizione?

Capiamo nel dettaglio quali sono le soft skill più ricercate e perché sono così importanti. Ma soprattutto, vediamo in che modo possono metterci in pole position rispetto ad altri candidati nella nostra ricerca di lavoro.

Competenze vincenti

La formula inglese soft skill indica le competenze trasversali, cioè tutte le abilità non legate ai titoli di studio, alle conoscenze informatiche o alle patenti in nostro possesso (che vengono invece chiamate hard skill). Sono quelle caratteristiche naturali che derivano dal nostro carattere e dalla nostra intelligenza emotiva, o che in qualche modo hanno a che fare con la creatività.

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Oggi le aziende sono molto attente a individuare queste capacità nel proprio personale. E per noi saperlo può fare la differenza. Immaginiamo di aver risposto a un annuncio di lavoro e di essere stati invitati a sostenere un colloquio. La nostra esperienza è perfettamente in linea con l’offerta, ma ci sono altri candidati che come noi sembrano adatti a ricoprire la posizione.

In casi come questo, a parità di formazione accademica e tecnica, la selezione premierà i profili che si dimostrano più flessibili, puntuali, organizzati e con una maggiore capacità comunicativa. In parole povere, chi ha un bagaglio di soft skill più sviluppato.

Quali sono le soft skill

Autonomia, fiducia in sé stessi, capacità di adattamento in azienda in tempi brevi, resistenza allo stress, attitudine alla pianificazione, precisione, indipendenza. È difficile stendere un elenco completo: le soft skill sono innumerevoli e queste sono solo alcune.

In generale possiamo individuare 6 categorie considerate essenziali dai datori di lavoro.

  • Comunicazione. Essere semplici e precisi nel nostro modo di parlare, sia con i colleghi che con i clienti o i fornitori. Ma non è tutto qui. In quest’area assumono importanza le abilità di ascolto, di empatia e di negoziazione. Qui qualche consiglio sul public speaking.
  • Lavoro di squadra. Gemellata con la categoria precedente, qui troviamo il talento di sapersi interfacciare in modo sereno e proficuo con i nostri collaboratori. Molto spesso i luoghi di lavoro sono ambienti sociali e, in un gruppo, intendersi vuol dire creare uno spazio quotidiano sano e vantaggioso per tutti.
  • Leadership. Al contrario di quanto possa sembrare, non è una qualità esclusiva dei dirigenti. Le aziende hanno bisogno di risorse che sappiano lavorare in autonomia e coordinarsi nell’organico. Inoltre, un dipendente ideale sa dare stimolo ai colleghi e, al bisogno, prendere decisioni coerenti.
  • Pensiero analitico. Detto anche “pensiero laterale” perché ci permette di osservare le situazioni da più punti di vista senza fermarsi alla prima impressione.
  • Etica del lavoro. Conosciuta più semplicemente come professionalità. Qui troviamo per esempio l’affidabilità e il rispetto delle scadenze. Ma anche la capacità di organizzare il proprio lavoro con efficienza e, quindi, l’orientamento agli obiettivi.
  • Atteggiamento positivo. Infine, non dimentichiamo una qualità sempre apprezzata: essere persone piene di energia e in grado di creare un’atmosfera piacevole.
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Dimostrare le proprie soft skill

È chiaro che è più facile riportare le esperienze professionali rispetto alle doti personali. Tuttavia ci sono delle finezze che ci possono aiutare nell’esporre le competenze trasversali che possediamo.

Innanzitutto è buona pratica inserire nel nostro Curriculum Vitae le tre o quattro soft skill che sentiamo essere nostre. Oltre a dichiararle, però, dovremo fare qualcosa di più importante: dimostrarle. Prendiamo per esempio, il CV (qui vediamo come crearlo da zero). Un’impaginazione chiara e uniforme, senza errori ortografici o approssimazioni, dà l’idea di avere a che fare con una persona attenta al dettaglio.

Un altro trucco è utilizzare la forma attiva dei verbi, per trasmettere un carattere dinamico e dotato di iniziativa. Quindi al posto di “sono stato assegnato al ruolo di…” possiamo scrivere “ho ricoperto questa mansione in cui ho sviluppato una certa autonomia nel…”.

Allo stesso modo, durante un colloquio le nostre abilità dovranno emergere tramite il racconto di situazioni lavorative specifiche che abbiamo vissuto. Quindi, per prepararsi al meglio, il consiglio migliore è di ricordare alcuni scenari in cui le soft skill ci hanno aiutato a superare al meglio le sfide incontrate.

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Quali sono state le vostre esperienze?

Credits per le immagini: unsplash.com, Ben Rosett, Headway, Brooke Cagle, Razvan Chisu

Daniel Coffaro
Daniel Coffaro