
Nella vita è tutto un dare e avere, anche se nel lavoro troppo spesso ci sentiamo di dare soltanto. Certo, riceviamo un compenso, ma a volte non è abbastanza per equilibrare le energie che se ne vanno lavorando.
Ecco, oggi invece parliamo di ciò che possiamo avere dal lavoro oltre allo stipendio: i premi.
I premi possono suddividersi in:
- obbligatori e facoltativi;
- per il singolo o per il team;
- monetari e non.
Infine, possiamo distinguere i premi in base alla motivazione per cui vengono dati.
Sì, ci sono anche premi obbligatori
I premi sono obbligatori quando sono previsti dal proprio contratto, ovvero il CCNL di riferimento.
Ad esempio, la cosiddetta tredicesima è una mensilità aggiuntiva che alcuni contratti prevedono come “gratifica natalizia” ovvero il regalo di Natale. Oppure ancora, il premio di produzione è spesso previsto dal contratto di alcuni dipendenti aziendali e consiste in un compenso aggiuntivo, solitamente annuale come la tredicesima.
I premi sono invece facoltativi quando non sono previsti dal contratto di riferimento. È quindi il datore di lavoro a decidere se e quando concederli ai propri dipendenti. Non si tratta di premi fissi, quindi, ma occasionali. Se facciamo le brave e i bravi.

A chi sono rivolti i premi
I premi che possiamo ricevere dai nostri datori o dalle nostre datrici di lavoro possono essere solo per noi, ovvero per il singolo dipendente, oppure per il gruppo con cui lavoriamo: the big team.
Un premio tipicamente pensato per il singolo è quello del “dipendente del mese”. Pensate per esempio a un infermiere che lavora in ospedale. Come immaginiamo, le condizioni in cui lavora non sono facilitate dal settore in cui opera, e nonostante tutto ci mette la dedizione che serve e anche di più affinché i suoi pazienti non solo siano curati, ma possano vivere con serenità i momenti più difficili. Magari questi pazienti ne parlano coi dottori provando che nel reparto dove opera il nostro infermiere si respira un’aria significativamente più positiva degli altri. Ecco che allora il nostro infermiere riceve dal suo datore di lavoro il premio come Dipendente del mese.
Il premio può essere anche rivolto a un team di lavoro che raggiunge un obiettivo comune. Facciamo l’esempio di un gruppo di sviluppatori e designer che deve realizzare un’app sulla salute mentale (rimanendo più o meno in tema). Dopo mesi di ricerche, test e sviluppo, grazie anche al supporto di terapeuti professionisti, il team non solo lancia l’app in tempo, ma aggiunge funzionalità come sessioni di meditazione personalizzate. L’app comincia a essere utilizzata e riceve feedback positivi, ma magari anche consigli che il team accoglie in modo creativo, migliorando in maniera significativa alcune funzionalità dell’app.
Ecco che insomma questo team si è meritato il premio come Team dell’anno.
I premi possono inoltre essere dati a chi ricopre un ruolo manageriale, così come a chi ricopre un ruolo da semplice dipendente. Insomma, teoricamente ce li meritiamo tutte e tutti.

Perché si danno i premi sul lavoro
Come abbiamo visto, i premi sono dei riconoscimenti di diverso tipo, che vengono dati a un singolo dipendente o a un team di lavoro, a chi sta in alto e a chi sta in basso. Ma nello specifico quand’è che ce li meritiamo?
Raggruppiamo i premi più comuni in base al motivo per cui vengono dati:
- premio di produzione: come dicevamo nel paragrafo precedente, si dà quando si raggiungono risultati sorprendenti inerenti alla produzione che magari vanno oltre gli obiettivi prefissati (per esempio se i ricavi di una vendita sono 120mila euro invece di 100mila). Solitamente è in denaro ma può anche essere trasformato in welfare.
- premio per l’innovazione: viene dato per premiare progetti particolarmente innovativi, riconoscendo quindi la creatività e l’ingegno. Ad esempio, l’ingegnera di un’azienda che sviluppa un nuovo algoritmo per migliorare l’efficienza di un software gestionale e così facendo migliora l’operatività e anche la soddisfazione dei clienti. Oppure, un falegname particolarmente creativo che inventa una nuova tecnica sostenibile per la lavorazione del legno e la fabbrica per cui lavora decide di basarsi proprio su questa tecnica per costruire una nuova linea di mobili.
- premio per l’eccellenza: viene conferito quando la performance di un dipendente o di un team supera le aspettative per diversi motivi. Magari alla fine dell’anno l’azienda fa le somme dei risultati raggiunti e decide di premiare chi è stato particolarmente bravo o brava.
- premio per la soddisfazione dei clienti: lo si dà a chi riceve feedback particolarmente soddisfacenti da parte dei clienti. Può succedere ad esempio all’insegnante di scuola guida che dimostra grande dedizione nei confronti dei propri apprendisti, nonché una positive attitude che mette tutti a proprio agio. La stessa cosa può valere per un’allenatrice sportiva, una dottoressa, un meccanico e in generale tutti coloro che hanno un rapporto diretto con gli utenti che usufruiscono di un servizio;
- premio alla carriera: non è solo per le attrici o gli attori ma anche per chi magari ha lavorato vent’anni nella stessa azienda. Si premia quindi la lunga esperienza e la dedizione nel prestare un servizio che magari è stato d’ispirazione per tutti i dipendenti;
- premi di rendimento: premia non solo la performance ma soprattutto l’impatto che un certo progetto ha nei confronti di altre persone. Ad esempio, uno studio di architettura progetta un parco pubblico in modo tale che possa essere frequentato da persone di tutte le età e con diversi scopi: giochi per bambine e bambini, panchine, prato con cestino da pallacanestro, strumenti per l’allenamento sportivo, ecc. Insomma, il pubblico è talmente entusiasta che il sindaco o la sindaca decidono di premiare il team per i risultati raggiunti;
- premio aziendale: può essere per la performance, l’innovazione, l’eccellenza, la soddisfazione dei clienti, ecc. Diciamo che è la definizione generica di premio dato in ambito professionale, laddove quest’ambito è quello di un’azienda (e non, per esempio, di un’istituzione culturale o un ministero).

In cosa consistono i premi sul lavoro
Beh, a questo punto vi starete chiedendo: in cosa consistono questi premi? Beh, possono essere in denaro oppure no. Vediamo in generale quali sono le forme più tipiche:
- premi in denaro: ovvero soldi che possiamo ritrovarci in aggiunta al normale stipendio, (che bello);
- premi di formazione: corsi di formazione o opportunità di sviluppo professionale, per riconoscere e incentivare la nostra crescita (noi comunque contentone e contentoni);
- buoni regalo o voucher: per beni o servizi, come buoni-pasto da spendere nei supermercati o nei ristoranti; oppure buoni da usare in determinati negozi (ad esempio, una grafica potrebbe ricevere dei buoni da spendere in un negozio d’arte o per dei software di graphic design, yo);
- benefit legati all’impiego: consideriamo premi anche, ad esempio, dei giorni di smart working o di ferie extra, se considerati come un riconoscimento per il nostro stupendissimo rendimento;
- riconoscimenti pubblici: attestati, trofei o menzioni speciali, magari conferiti nel corso di eventi aziendali (perché no);
- gadget o simili: come prodotti elettronici, gift card o altri oggetti, dalle borracce alle penne, dalle agende ai pelouches (buttali via);
- viaggi: ad esempio un viaggio alle Maldive, con un pacchetto che include voli a/r, alloggio in un resort e magari pure il vitto completo (dove dobbiamo firmare?);
- altri benefit: ad esempio l’abbonamento annuale a una palestra o presso un centro estetico che offre percorsi benessere (NBAA: not bad at all).
Di premi ce ne possono essere altri, ma forse vi abbiamo fatto sognare abbastanza. O forse avete semplicemente realizzato che la fatica può essere ripagata in molti modi e lavorare può essere più gratificante del previsto.
Allora, buon lavoro!

Credits per le immagini: pixabay. com, u_wo4vlc9e, Engin_Akyurt, WikiImages, DEZALB, KeithJJ