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È la mezzanotte del 25 dicembre, sei sotto le coperte e cerchi di tenere gli occhi aperti. Babbo Natale sta arrivando, tendi l’orecchio per sentire i campanelli e gli zoccoli delle renne appoggiarsi sul tuo tetto, chissà poi come fanno a non inciampare tra le tegole. Hai chiesto tanti doni e, anche se tua mamma, tuo papà e le maestre a scuola ti ripetono che sei un monello, tu sai che anche gli altri bambini sono come te e che Babbo Natale è così buono da portare i doni a tutti.
Senti un tonfo in casa. Che sia arrivato? Togli le coperte e infili le pantofole morbide, cammini in punta di piedi per andare verso il salotto, dove c’è un albero così bello che appena è stato fatto hai passato ore a giocare con i fili e a lanciare i giocattoli contro le palline, facendo arrabbiare molto tua mamma, che però ti ha perdonato.
Apri piano la porta del salotto: vicino al camino c’è una persona di spalle ma non riesci a vederla bene. Corri veloce verso Babbo Natale, sei così felice di averlo trovato: ora potrai finalmente tirargli la barba come fai sempre con lo zio.
Poi l’uomo si gira. Il suo volto è coperto da un sacchetto di iuta, legato intorno al collo con lo spago. I due cerchi per gli occhi sono tagliati ma non si vede nulla sotto, solo il buio e qualche spiga di grano. Provi ad urlare ma non ti esce alcun suono dalla gola. Sai chi hai davanti ma non ci credi, non può essere. Babbo Natale esiste ma lui è una leggenda. Hans Trapp non esiste, pensi. Hans Trapp non esiste. Chiudi gli occhi: è un sogno. Adesso ti sveglierai a letto, tua mamma ti farà una coccola e poi andrai veloce ad aprire i regali. Hans Trapp non esiste. Una mano ti prende il collo e comincia a stringere. Apri di nuovo gli occhi. Non stai sognando. Hans Trapp è davvero lì. La sua mano pelosa è enorme e la sua presa è molto forte. Ti manca l’aria. Riesci a liberare un piede dalla pantofola e a tirare un calcio alle gambe dell’uomo spaventapasseri. Lui lascia andare la presa e sei libero. O quasi.
Scappi veloce verso la porta di casa, esci nel buio della notte, con il solo pigiama di pile addosso e una pantofola. Affondi nella neve e cominci a tremare ma non puoi fermarti. Devi correre fino al sorgere del sole, è l’unico modo che hai per salvarti.
Avanzi piano verso il bosco, forse lì riuscirai a far perdere le tue tracce. Corri più veloce che puoi, e quando non senti più rumori ti volti per vedere se l’hai seminato. Non c’è nessuno dietro di te. Ridi e sei felice: puoi tornare a casa. Stai per ricominciare a correre ma una mano, pelosa, ti prende la spalla. Hans Trapp ti ha catturato. Tu piangi ma lui, sotto al cappuccio, si lecca i baffi: stasera sarai la sua cena.
Hans Trapp (l’uomo che mangia i bambini)
Nel racconto all’inizio di questo episodio abbiamo parlato di Hans Trapp: questo uomo-spaventapasseri è molto conosciuto in Alsazia, una regione del nord-est francese.
Hans Von Trotha era un cavaliere-brigante molto ricco vissuto nel XV secolo a Wissembourg: suo è il castello del Palatinato, chiamato Burg Berwastein, dove l’uomo governava sulla regione terrorizzando tutti i cittadini. Ancora oggi si possono visitare le sue stanze e la sua tomba nel seminterrato. Documenti e ricostruzioni storiche accertano che era un uomo molto avido e non perdonava mai niente a nessuno. La sua malvagità e il suo potere erano così forti sulla città che cominciò a diffondersi l’idea che avesse venduto l’anima al diavolo. Le voci divennero così insistenti che il Papa decise di scomunicarlo e tutti i suoi beni vennero confiscati.
Ritrovatosi povero e senza un posto dove andare, si rifugiò nei boschi della zona e cominciò a vivere all’addiaccio, indossando le pelli degli animali che cacciava. Divenne quindi lo spauracchio del posto: ai bambini si vietava di andare nel bosco perché Hans Trapp, come cominciò a essere chiamato, preferiva la carne tenera dei cuccioli d’uomo, molto più buona di quella dei topi e delle volpi.
Fu beccato addirittura da Dio stesso a cibarsi di carne umana e, come punizione, fu colpito da un fulmine: l’uomo morì sul colpo ma, dal momento che aveva venduto l’anima al diavolo, il suo spirito venne condannato a vagare sulla terra e da allora indossa la maschera da spaventapasseri (anche se non se ne conosce bene il motivo).
Il suo compito è quello di aiutare Babbo Natale a trovare i bambini cattivi e punirli: se Hans Trapp ti trova, ti porta nel bosco, ti taglia a fettine e ti arrostisce sul fuoco. L’unico modo per salvarsi è correre fino alle prime luci dell’alba quando l’anima di Hans Trapp è costretta a tornare all’inferno. Meglio ascoltare i genitori insomma.

Gryla and the thirteen Lads
Se pensavate che Babbo Natale avesse solo elfi come aiutanti vi sbagliavate di grosso. Insieme ad Hans Trapp, in Islanda, sono Gryla e i suoi tredici figli a scovare i bambini cattivi. Gryla è un troll mangia-bambini che, dal 12 al 24 dicembre, gira casa per casa cercando chi non si è comportato bene. Durante l’anno raccoglie i sussurri portati dal vento sulle marachelle dei bambini e sulla parete rocciosa della grotta in cui vive segna i loro nomi. Poi, in inverno, esce dalla sua grotta e comincia a rapirli uno per uno, portandoli nella sua tana e usandoli come carne per fare il brodo, con cui si nutrirà per il resto dell’anno.
I suoi figli, in realtà, non si preoccupano dei bambini cattivi: a loro piace solo giocare e combinare guai. Come tutti i troll agiscono di notte e durante il giorno diventano di pietra. Ognuno di loro è specializzato in un dispetto.
Sei di questi amano rubare ognuno una cosa diversa: latte, candele, pentole, salsicce affumicate, carne e Skyr (un formaggio tipico); poi ce ne sono tre che sono sempre affamati ma uno preferisce leccare i fondi delle pentole, l’altro i cucchiai e il terzo ruba l’acqua dalle ciotole degli animali; i più inquietanti però sono quello che ama sbattere le porte di casa, facendoti spaventare ogni singola volta, quello che osserva i bambini dalle finestre (se ogni tanto vi sentite osservati c’è un motivo), quello che si mette davanti alla porta annusando ogni odore proveniente dalla casa. L’ultimo è il molestatore di pecore che infastidisce i vari greggi e l’unico modo per sconfiggerlo è aspettare che si stufi e che vada dai vicini.

Pelsnickel
E se pensavate che i bambini islandesi fossero tra i più sfortunati (insomma il rischio è quello di essere mangiati) forse vi ricrederete ascoltando la storia di Pelsnickel (o Belsnickel), il Mostro di Natale che spaventa i bambini della regione del Baden-Wuttemburg in Germania. Due settimane prima del 25 dicembre, Pelsnickel comincia a passare, casa per casa, alla ricerca di bambini cattivi. E sa sempre dove andare.
Di notte bussa alle finestre con il suo bastone di legno: i bambini sono obbligati a farlo entrare. Pelsnickel allora fa loro una domanda oppure chiede di cantare: se lo si convince l’uomo lascia delle caramelle e se ne va dal prossimo bambino, ma se non gli piacciono la risposta o la melodia, comincia a prendere il bambino cattivo a bastonate. Poi, estraendo un coltello dal suo lungo cappotto nero, fa un taglio lungo la pancia del malcapitato e lo costringe a camminare nella neve tenendo tra le mani le proprie budella.

A Natale mancano pochissimi giorni. Tu sei sicuro di essere stato buono? In Italia Gryla, Hans Trapp e Pelsnickel non arrivano, è vero. Ma ricordati: abbiamo il numero di Babbo Natale, e possiamo chiamarlo, fare il tuo nome.
Come dicevano in una famosa pubblicità, alla prossima e “fate i buoni”!
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Bibliografia e crediti:
- Wikipedia
- Creepypasta.com
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